domenica 3 maggio 2020

Piccoli Hitler crescono


A me i no vax stanno antipatici. Lo dico subito e con chiarezza. Ciò che ho scritto fino adesso su di loro sconta dunque un atteggiamento pregiudiziale, è per così dire situato nell'interprete, direbbe un filosofo, prima ancora che nell'interpretazione. Per emendare una prospettiva deformata (dalle emozioni) proverò allora ad azzerare ogni elemento soggettivo, utilizzando il linguaggio neutro della matematica.
In assenza di un vaccino, che è appunto quanto i no vax si augurano, l'epidemia in corso potrebbe recedere solo quando fosse contagiato il 65% della popolazione mondiale, così da ottenere il cosiddetto effetto gregge. Minimo il 65%, ma probabilmente anche qualcosa in più. Assumendo dunque il valore arrotondato di 7,5 miliardi di persone, il numero dei contagiati dovrebbe essere di 4 miliardi e 875 milioni. Solo a quel punto potremmo tornare a uscire con tranquilità e a farci fare l'amore, l'amore dalle infermiere, per dirla con le parole di una celebre canzone.
Su questa base cerchiamo ora di calcolare la quantità attesa di decessi. In Lombardia abbiamo avuto una percentuale di mortalità che sfiora il 20%, ma tale dato non è probabilmente estendibile, anche solo perché non include i cosiddetti asintomatici. Vogliamo ridurlo alla sua frazione decimale, ossia immaginare una mortalità del 2%, poco più di una normale influenza?
In questa formulazione, ampiamente ridimensionata, prima che l’epidemia si arresti spontaneamente il numero di morti da mettere in conto è di circa 100 milioni; una cifra ottenuta calcolando il 2% di 4.875.000.000, che come abbiamo visto è il numero di contagi necessario a ottenere l’effetto gregge.
Proviamo ora a prefigurare anche una stima delle vittime da effetti collaterali del vaccino. Per il normale vaccino influenzale, le morti, da studi certificati, si attestano su una percentuale statistica nell’intorno dello zero; che non vuole dire zero assoluto, ma un numero talmente esiguo da non essere quantificabile. Volendo essere pessimisti immaginiamo così di avere 100 morti all'anno per il vaccino influenzale, e che ne avremmo una cifra simile per l'ancora ipotetico vaccino da Covid-19. Ma considerando i tempi record con cui verrebbe prodotto e la più ampia somministrazione, aumentiamo pure quella cifra a 1000, va', esageriamo, 2000, qualcuno offre di più? 2000 e uno 2000 e due 2000 e tre... Aggiudicato. E ora facciamo una semplicissima proporzione tra i morti da Coronavirus e quelli da vaccino:

100.000.000 : 2000 = 100 : X.

Il risultato è 0,002. Dato che rispecchia il vantaggio del vaccino rispetto all'effetto gregge; per ogni 100 morti da Coronavirus ne avremmo cioè 0,002 da vaccino, e per ogni morto da vaccino (segnatevi bene la cifra!) ne avremmo 50.000 da Coronavirus.
Traducendo il tutto in termini di persone, storie, abbracci, dita nel naso, il vaccino consentirebbe di salvare 99.998.000 vite. Sempre che non subentri nel frattempo una terapia, a cui i no vax, non essendo verosimilmente a base di fiori di Bach, ribes nigrum, massaggi shiatsu e altri dolcissimi rimedi, storcerebbero ugualmente il loro aristocratico nasino.
Arrivati fin qui, dai, andiamo fino in fondo, e proviamo a riformulare i numeri in termini comparativi, ad esempio accostandoli al totale dei morti prodotti dalla seconda guerra mondiale, che sono 54 milioni. Anche concedendo ai no vax l'attenuante della preterintenzionalità – cosa di cui non dubito, sono molto più stupidi che cattivi – e giudicandoli sulla base dell'etica agostiniana dell'intenzione e non su quella moderna della responsabilità, non possiamo evitare di considerare che se le loro idee strampalate fossero accolte causerebbero il doppio dei danni di Hitler. Ho detto il doppio, eh, sono due volte più pericolosi di Hitler!
Senza dunque prenderli, come a volte mi verrebbe, a calci nel culo, cerchiamo perlomeno di metterci nella condizione per cui questi piccoli graziosi omeopatici hitlerini non nuocciano. Ad esempio limitandone l'azione pubblica, l’accesso ai media. Qui non si tratta di censura ma di legittima difesa.

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