sabato 2 maggio 2020

Guardie e ladri

Oltre agli extracomunitari di colore per cui il Covid-19 è una malattia da bianchi, lo pensano con convinzione e forse è davvero così, avendo quasi tutti meno di trent’anni, oltre a loro la categoria più disattenta verso le elementari norme per prevenire il contagio è quella degli anziani, rasentano l’indisciplina sociale, l'insubordinazione.
Vedo mia mamma. Aveva sette anni nel 1945 e ora sembra ritornata a quell’età: l’epidemia come la guerra, un incomprensibile gioco in cui tuffarsi con gli occhioni sgranati, chiaro segnale di meraviglia, curiosità ma, come in tutti i giochi, anche un fondo di paura. Ad esempio, col cavolo che si mette la mascherina che le ho acquistato io, una ffp3 con tutti i crismi di sicurezza. Macché, la mascherina ha deciso di farsela da sola – per risparmiare soldi, mi dice – utilizzando lo Scottex e due elastici presi da vecchie mutande, il tutto infilato in una pecetta di tessuto che ha scelto con cura dagli scampoli nell'armadio, doveva intonarsi con il colore della gonna.
Mi ha insegnato una mia amica, va benissimo! ribatte se provo a obiettare qualcosa. E così per tutto il resto, si mette i guanti e poi le mani, guantate, in bocca dopo aver toccato i tasti dell’ascensore, perché tanto aveva i guanti, in tivù hanno detto di mettere i guanti. Oppure frequenta una vicina di nascosto, è da un po' che lo sospettavo, ma ieri l'ho colta sul fatto. Avevo dimenticato il guinzaglio per il cane e sono rientrato dopo pochi minuti, scoprendola con l'indice sul campanello dell'altra: Volevo solo portarle una fetta di torta... mi ha detto con gli occhi bassi, le mani ancora nel vasetto della marmellata.
Ma se lo fosse veramente, un gioco? Non solamente un gioco, intendo, e però tra le tante cose – sofferenza, morte, economia a gambe per aria, con la scenografia di città trasformate in una tela di De Chirico – il virus è anche un gioco, o più precisamente un colossale gioco di ruolo, come la versione che Benigni dà dei campi di concentramento ne La vita è bella. E la vita è bella anche per questo: appostarsi fuori dalla porta dopo aver detto ciao, mamma, io esco, ma poi fermarsi nell'ammezzato per poterla pescare in castagna. Ah, ti ho beccata!
Certo, un giorno arriverà il vaccino a gridare tana libera tutti. Ma, fino a quel momento, continuiamo pure a giocare con i nostri vecchi. Noi ovviamente siamo le guardie, e loro i ladri.


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