mercoledì 6 maggio 2020

Born to Run

I runner possono ora tornare alla loro attività preferita. Correre. È giusto così, di più: sacrosanto. Eppure, quando li incrocio, mi accorgo che non è svanita la mia antipatia nei loro confronti.
Non credo dipenda dai rischi, obiettivamente maggiori, anche se di poco, di un eventuale contagio. È proprio il gesto di affrettarsi in uno spazio pubblico a infastidirmi. Come se mi venisse comunicato: non voglio avere nulla a che fare con te, anzi proprio non ti vedo, non esisti, sono troppo impegnato a edificare il tempio splendente del mio corpo.
Sì, mio, mio di me, una tautologia sgambettante che preclude ogni sovrapposizione umana, sguardo anticipatorio, a cui magari dare seguito con un buon giorno, bella giornata, dove ha acquistato quelle scarpe, mi piacerebbe regalarne un paio anche a mio figlio, sono comode?
Macché, alla b di buon giorno sono già alla prossima betulla dei giardinetti, sfilati in un lampo come Beep Beep sotto il nasone di Willy il Coyote, lasciandoti in dono solo una scia vaporosa di goccioline di saliva, altrimenti detta effetto droplet. Almeno quando non venga indossata la mascherina, e cioè, comprensibilmente, quasi mai. D'altronde correre con la mascherina è come fare sesso con una patata in bocca.
Ma non è questo il punto, ripeto. E per onestà intellettuale, nella maggior parte dei casi, e a maggior ragione adesso, anche gli abboccamenti fortuiti finiscono in nulla, e non solo non portano all’incontro con la donna dei sogni ma nemmeno con un anziano pensionato, assieme a cui discutere di fronte a un cantiere stradale; se laùra no inscì, nella malta ce c’è troppa sabbia.
Però se non altro esiste la possibilità – imbattersi in un moderno Socrate tra corso Como e piazza Gaia Aulenti, a incrinare le tue certezze con una domanda spiazzante, dopo non sarai più lo stesso – che con i runner viene invece negata. Al suo posto una intransitività ansimante, prima ancora che affettiva è civile, politica, e così potrebbe essere sintetizzata: ognuno fa mondo a sé.
E il mondo per definizione gira, gira il mondo, gira la terra e se non corri... caschi giù per terra. Per questo i runner mi sono antipatici.

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