domenica 24 maggio 2020

Jolly

Nel parco naturale in cui vado tutti i giorni, sono anni che lo faccio, ho la fortuna di abitare vicino a un parco naturale, e dove dopo un'attenta selezione olfattiva il cane deposita la sua pisciatina, da qualche tempo la gente ha ripreso a passeggiare. Alcuni corrono, altri vanno in bicicletta, la normalità è tornata con il suo volto lieto e disteso. E nella normalità non è inclusa alcuna mascherina, poco importa che la legge ora la preveda.
Tra quanto previsto dalla legge, il fatto che i cani debbano essere condotti al guinzaglio – sempre e ovunque! È ininfluente se siano feroci o degli scendiletto risvegliati solo da una ciotola colma di crocchette, come avviene con Mela, il mio cane, una femmina di Hovawart di tre anni e mezzo. Quando nel passato mi capitava di sganciare il moschettone dal suo collare, siamo in mezzo alla natura mi dicevo, venivo giustamente ripreso dai gitanti nel parco dei Bordighi, così si chiama. I più severi accompagnavano la reprimenda con un sopracciglio alzato e il dito indice puntato a stigmatizzare il mio comportamento, replicando l'immagine stampata su un manifesto del 1917, in cui gli americani cercavano di reclutare soldati per la Grande Guerra. Uncle Sam, con un cappello a stelle e strisce, indica l’osservatore. Sotto enorme la scritta: I want you!
Avevano ragione loro, nessun sarcasmo postumo, tanto che subito provvedevo a legare il cane e chiedevo scusa, magari sbuffando come fanno gli adolescenti quando i genitori gli dicono di non chattare a tavola. Ma come si può vedere ho coniugato il verbo all’imperfetto, già che adesso Mela ha ripreso a scorrazzare libera tra ciuffi d’edera e tronchi di robinia, osservati dall’alto in basso dai pioppi centenari. Cosa è cambiato?
Di preciso non lo so, anche se prendo atto che nessuno mi dice più nulla. Il sospetto è che dipenda dal fatto che io porto la mascherina e loro no. Come se si fosse affermata una regola implicita e vagamente omertosa: ogni cittadino ha diritto a un’infrazione, non importa quale. Un dispositivo sociale simile al jolly nel gioco delle carte.
Infrazioni da poco conto, intendiamoci, non si può scippare le anziane appena ritirano la pensione alle Poste o sparare al vicino perché rumoreggia troppo negli amplessi notturni. Però è lecito non indossare la mascherina o sciogliere il cane, purché le due infrazioni non facciano somma. Arrivo a ipotizzare che a un uomo con l’impermeabile crema e gli occhiali scuri, sia ora consentito di spalancare l'indumento ogni volta che incroci una fanciulla, mostrando quel che si mostra in simili circostanze. La ragazza, prima di strillare, controllerebbe se l'uomo indossa la mascherina e il suo cocker è ben saldo al guinzaglio, per proseguire nel caso con l'inutile orpello che ciondola dai pantaloni. Ma come, non si scandalizza più nessuno...?
Un’infrazione a testa, bada bene. Solo una. Giochiamoci dunque bene il nostro jolly.

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