lunedì 9 marzo 2020
Sogno o son desto
La sensazione dolce di
svegliarsi la mattina dopo aver fatto un brutto sogno. Accendere la lampada a
tentoni setacciando a memoria il comodino, lo smartphone per controllare subito
i WattsApp, vestiti del giorno prima gettati un po' qua e un po' là. Ma sull'attenti
come scolaretti di un altro secolo all'ingresso del maestro, i nostri libri ci
sorridono dagli scomparti della libreria Billy. Sono divisi per genere, quindi per provenienza
linguistica: anglofoni, ispanofoni, russofoni... dove mettere gli svizzeri non
l'hai ancora ben capito; ma scriveranno in tedesco, francese, italiano o,
magari, i più svizzeri di tutti e cioè i più matti, in romancio? Gli ossessivi
e i maniaci compulsivi preferiscono però la disposizione per collane, come
quando vai dallo psicanalista e alle sue spalle trovi un metro e mezzo di
Adelphi; loro i libri li acquistano così: un tanto al metro. E poi la Gibson
che strimpellavi da ragazzo, ti riprometti sempre di toccarla nuovamente come
dicono gli spagnoli al posto di suonare – che diavolo, si suonano i campanelli,
i citofoni, gli strumenti musicali si accarezzano! –, il progetto ogni volta
rimandato di mettere assieme la vecchia banda. Girando lentamente la testa sul
cuscino ancora tiepido, incroci il manifesto di un film di Billy Wilder con
Jack Lemmon e Shirley MacLaine, solo un genio poteva pensare di assegnarle il
ruolo di una prostituta; più in là, sulla scrivania che era un tempo del nonno,
la fotografia a Venezia con la fidanzata di allora, tirava vento e i piccioni
sbandavano prima atterrare sulla sua mano seminata a granoturco mentre i
capelli le finivano sugli occhi, ma anche a te che li avevi ancora tutti;
la nascondi nel cassetto se esiste una fidanzata di adesso, a cui ti accosti
piano per darle il bacio del buongiorno. Ecco, ora prendete tutto questo bel
quadretto e ruotatelo di centottanta gradi. Ogni risveglio è diventato un
incubo. E il sogno l'unica realtà a cui affidarci.
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