lunedì 16 marzo 2020

Running on empty


Quanta fretta ma dove corri, dove vai? Era il 1977, Il gatto e la volpe di Edoardo Bennato, dall'album Burattino senza fili. Sarà per via di quella canzone, che ne so, ma da quando nel decennio successivo scoppiò la mania del footing, ogni volta che vedo qualcuno arrancare in braghette mi immagino sia in ritardo, e la cosa mi rende quella persona quasi simpatica. In ritardo a un appuntamento fondamentale e magari galante: seduta in un’caffè una donna truccata di tutto punto, è elegante e profumata, deve essere appena stata dal parrucchiere. Ma si vede che non è tranquilla, tambureggia le dita sul tavolino circolare, sta per alzarsi e andare via quando, all’improvviso, eccolo lì il nostro runner, tutto trafelato ma con un mazzo di rose in mano. Adesso, però... Le strade deserte, i ristoranti, i bar, perfino i giardinetti chiusi, e questi che continuano a correre. E siamo così alla seconda strofa del refrain: quanta fretta ma dove corri, dove vai? Solo che stavolta la risposta temo di averla. Scappano.

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