Tutti a dire che si
tratta di una guerra. Ma siamo più precisi, quando usiamo le metafore. Quale
guerra? Se è vero che vivo nel continente più colpito dal contagio e, non
bastasse, anche nella regione più colpita dentro la nazione più colpita, è come
stare a Hiroshima nel 1945. C'è solo da sperare che tra quarant'anni compaia
una nuova Orchestral Manoeuvres in the Dark, a cantare questi giorni assurdi
con un capolavoro come Enola Gay.
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