venerdì 24 aprile 2020

Protagonista e regista della mia femminilità


Inizio a pensare che le poche righe di presentazione che vengono associate al profilo in un social network, ma perfino su WhatsApp, ovunque sia richiesta una sintesi espressiva della persona, possano essere considerate un genere letterario, spesso più accurato e rivelatorio di intere paginate di descrizione. Facebook, ad esempio, mi suggerisce di richiedere l'amicizia a una giovane che così si presenta: "Io... Donna... protagonista e regista della mia femminilità. Ma appartengono alla vita. E con lei... Ci gioco."
Un incipit formidabile, da cui ricavo due informazioni decisive: 1) Zuckerberg, nonostante i suoi sforzi di accumulare dati sul mio conto, continua a non capirci un cazzo e a sparare nel mucchio, e questo mi conforta; 2) diversamente, a me sembra di sapere tantissimo di lei, Donna protagonista e regista della sua femminilità, con cui giocare, al punto che mi guardo bene dal contattarla.
La mia ritrosia non mi impedisce però di riconoscerle uno straordinario talento. In una manciata di parole è infatti riuscita a tratteggiare l'essenza di ogni buona storia: il personaggio. Che poi sia anche sé stessa, nella circostanza, non la esenta dal merito letterario. Dubito che alla maggior parte degli scrittori sarebbe riuscita una pennellata verbale altrettanto icastica, a restituire quel grottesco involontario quale carrozzeria (ora un po' ammaccata) del nostro tempo. Non a me, di sicuro.

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