venerdì 1 luglio 2016

Non so che darei, o sul dubbio che le porte non sian fatte per aprire…



L’ultima ora dell’ultimo caldissimo giorno di scuola dell’ultimo anno delle medie, la porta della classe terza effe dell'Istituto Francesco Sassi di Sondrio, non si aprì. Suonava la campanella, ma la porta si ostinava a rimanere bloccata.

Agguantato il citofono, la professoressa di italiano, Lorenza Cozzini, chiama allora in segreteria, da cui a loro volta chiamano il preside e arrivano tutti – segretari, bidelli, altri professori insieme al preside Puglia, petto in fuori e gessato grigio Lebole o Marzotto – tutti di fronte alla nostra classe sigillata.

Noi, sempre più scalpitanti, da dentro possiamo solo udirne le voci, in un crescendo di concitazione: c’è chi parla di pompieri, polizia, qualcuno arriva a ipotizzare anche la necessità di un’ambulanza. Prende la parola il preside Puglia: "Chi è il più robusto della classe?", urla da fuori.

"Io, sono io" rispondo di getto, avvicinandomi alla porta con un balzo. Intanto, controllo, senza darlo a vedere, se l’Acquistapace mi stia osservando. "No, il più robusto è Tavelli" mi corregge la Cozzini, accompagnando la frase con un’occhiataccia che fa il paio con quella (e però azzurrissima) dell’Acquistapace, la sublime Acquistapace!

"Tavelli, te la senti di sfondare la porta?", riprende il preside con tono solenne. E da quel giorno penso che se John Wayne fosse nato in Italia, avrebbe avuto quella voce lì, la voce del preside Puglia.

Tavelli, lo stesso Tavelli Ezio (prima il cognome del nome, alle medie ci si chiama così) che ora fa il necroforo a Zurigo, sfondò la porta con una spallata, l’Acquistapace ne fu molto colpita e noi andammo finalmente a casa, aprendo la porta anche all’estate, dolcissima, del 1980.

Estate in cui Alan Sorrenti confermò il suo successo con Non so che darei (Non so che darei, per fermare il tempo, per averti al mio fianco…) e l’esordiente Gianni Togni insinuò, con Luna, l’idea che anche un mezzo brocco come lui potesse intercettare per un istante la bellezza.

Eppure, da quel giorno, sempre più forte, si è fatta strada in me l’idea che c’è una bellezza che nemmeno Gianni Togni ci potrà mai restituire, una bellezza che davvero sta dall'altro lato della luna, il lato che non conosce i piccoli passi di un adolescente e le falcate in avanti dell'umanità. E che dunque quella porta, con buona pace del preside Puglia, avrebbe dovuto rimanere chiusa.

Nessun commento:

Posta un commento