venerdì 15 luglio 2016

La scrittura è un guinzaglio, pensierino della notte



Questa sera, in piazza Garibaldi, durante la consueta manifestazione estiva di Sondrio accesa, ho visto un cane bellissimo. Era un cucciolo di una razza a me ignota che stava adagiato ai piedi del suo umano: un quarantenne molto brutto, non so esattamente in cosa, ma ogni suo aspetto, seppur in forma sommessa, lasciava trasparire un'idea generale e perentoria di bruttezza. Tra l'altro, sembrava pure un po’ antipatico. Se ne stava sigillato dentro la sua Fred Perry con il colletto rialzato, l'espressione vacua intanto che leccava un gelato che gli colava piano sulle dita, mentre il cucciolo - ma che bello che era, mai visto un cucciolo così bello! - sbavava fissando il cono con immensi occhi nocciola.

Poche decine di metri dopo, su Corso Italia, ho incrociato una nuova coppia. Il cane era un batufolo informe e vagamente repellente, il muso, o quel poco che si intravedeva, inequivocabilmente da carogna. A conferma della prima impressione, ringhiava a tutti i passanti, compreso me, cercando ogni tanto di avventarsi sulle caviglie dei più vicini. Fortunatamente le dimensioni erano minime, così la ragazza con cui si accompagnava riusciva ogni volta a contenerne le aggressioni. Lei indossava un abitino cobalto trapuntato da piccoli fiori bianchi, i capelli scuri raccolti sulla nuca e, accidenti, era proprio stupenda! Uomini e donne, incrociandoli, si giravano a guardare, qualcuno faceva dei commenti sottovoce, e non credo parlassero del cane.

Non so come mai ho fatto caso a queste due immagini speculari, bello\brutto, brutto\bello, ma d’ora in poi, in tutte le pagine che scrivo, vorrei riuscire a restituire la medesima sensazione. In fondo la scrittura è un guinzaglio, con cui cerchi di accompagnare il lettore in un posto che conosci solo tu, o che scoprirete assieme. E più il guinzaglio si tende, più viene voglia leggere…


Nessun commento:

Posta un commento