martedì 12 luglio 2016

Cinismo, o sulla difficoltà di essere autentici



Il cinismo, pensavo leggendo i commenti molto cinici di uno scrittore che sta tra i miei contatti su Facebook, e di cui pure avevo molto apprezzato le opere narrative e una camicia a fiori, gliela avevo vista indosso a un premio letterario in cui aveva contestato la giuria, il cinismo nasce come reazione al sentimentalismo, che del sentimento autentico è solo una posa formale e un po' impettita, la messa in scena declamatoria della filodrammatica di provincia, una retorica, sempre più meccanica, insomma.
Ma quando anche il cinismo scatta come la trappola appena il topo sfiora il formaggio, pensavo leggendo l’ennesimo post di quello scrittore, che apprezzo un po’ meno quando scrive su Facebook, ma di cui continuo a invidiare la sua magnifica camicia a fiori, ritroviamo una retorica, speculare, dell'automatismo: Pavlov che passa dal miele al fiele, la differenza sta solo in una consonante. 
E' come quando viene spostata una cifra da un capo all’altro dell'equazione, non cambia mica nulla, il più diviene meno ma il risultato sarà sempre uguale. Abbiamo solo mosso un po' di aria nella stanza da letto degli amanti, che però continuano a dormire.
E se il cinismo, allora, non fosse che l’altro lato della moneta del sentimentalismo?
Ma è una moneta del Monopoli.

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