Pensierino sottovoce, o sulla società dell'irrilevanza
Pensierino sottovoce. Su Facebook io sono in
contatto con poco più di quattrocento persone, che iperbolicamente vengono
chiamati "amici". Vengo però letto, e commentato, dai soliti dieci o
quindici, che colgo l'occasione per ringraziare. Se penso alle persone che
conosco anche solo per avergli parlato un paio di volte nella cosiddetta vita vera, arriviamo a un numero simile: quattro o cinquecento; per
quanto quelli con cui mi intrattengo, perlopiù al bar Piero e perlopiù parlando
di donne, o come si dice qui nell'ipermercata terra delle villette geometrili, di figa, da non confondere con il meridionale fica, non sono nuovamente più di dieci o
quindici. La famosa società della comunicazione, dello stay in
touch, mi sembra così un po' una presa per il culo, e il termine giusto è
forse società dell'irrilevanza. L'unica differenza è che, al bar Piero, la mia
irrilevanza viene consolata da un vinello fresco e paglierino prodotto da uve
di Chardonnay coltivate sulle terrazze della Val di Noto, restituendo al palato uno spiccato
gusto di pera. Mentre, sul web, da uno smagrito mazzetto di pollici blu in perenne e osceno stato
di erezione, come un uomo in andropausa dopo una doppia razione di Viagra.
Nessun commento:
Posta un commento