martedì 21 agosto 2018

La tua famiglia è infelice? Niente paura, hai semplicemente sposato un cretino

Mi viene in mente spesso il celebre incipit di Anna Karenina. "Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo." E il libro avrebbe anche potuto finire qui, senza le successive milleduecentodieci pagine. Capolavoro!
 Mi viene in mente e provo, altrettanto spesso, a parafrasarlo per applicare la medesima struttura a situazioni differenti, le più varie e anche bizzarre. Ad esempio: tutte le automobili che funzionano ti riportano a casa; ogni automobile mezzo guasta ti lascia a piedi, ma in un punto diverso del percorso.
 È un giochetto, possono provarci tutti (tutti quelli che non provano a fare questo giochetto rimarranno senza alcun risultato e quindi infelici; chi ci proverà otterrà una frase diversa… Lo vedete, è facile). Mi sono così cimentato in una versione che avesse quale oggetto gli uomini e le donne.
 Gli uomini e le donne non si capiscono, ti hanno insegnato. Mica vero. Gli uomini e le donne intelligenti lo sono in modo diverso, d’accordo, come le famiglie infelici, ma si capiscono benissimo. È proprio uno degli attributi dell'intelligenza quello di comprendere, e dunque comprendersi. Sono gli scemi che non intendono.
 Però non abbiamo ancora la nostra parafrasi, già che se (tutti) gli intelligenti si comprendono e (tutti) gli scemi no, siamo punto a capo. La mia idea è allora che se tra persone intelligenti ci si capisce allo stesso modo in cui tra scemi ci si fuorvia, quando uno scemo incontra un intelligente – c'è asimmetria, insomma – si sviluppano delle situazioni di coppia altamente imprevedibili, andando a generare quella diversità che Tolstoj attribuiva alle famiglie infelici.
 Uno scemo più uno scemo non genera infelicità ma tutt'al più liti, che è un'altra cosa. La premessa di una lite è infatti: io ho ragione e tu torto. Non c'è quello sguardo dall'alto, sorta di dolly cinematografico che fa cogliere la famiglia come un unico animale, le cui articolazioni che uniscono e saldano i singoli componenti (e a volte li guastano) si chiamano relazioni. Finché c’è sofferenza c’è dunque relazione, animale, famiglia.
 Possiamo così azzardare un passo logico ulteriore. Se la tua famiglia è infelice e te ne accorgi solamente tu, non riesci a parlarne ma vedi l'intero animale soffrire e non solo rabbia riflessa, significa che proprio scemo non devi essere, complimenti, altrimenti vivresti o in una famiglia serenamente decerebrata oppure altrettanto decerebrata, ma conflittuale. Fin qui tutto chiaro?
 Bene, la soluzione è semplice: hai sposato un cretino!
Oppure una cretina, non siamo sessisti, il risultato non cambia ed è la condizione più diffusa. Già che i cretini, ci ha insegnato sempre Tolstoj che era intelligentissimo ma aveva sposato una cretina, i cretini come la moglie di Tolstoj producono infelicità, non confronto, dinamica, elaborazione e cambiamento, fosse anche quello di lasciarsi.
E non sarà allora un caso che sia stato proprio lui, Lev Nikolàevič e a ottantadue anni suonati, lui quello che il 28 ottobre 1910 è salito su un treno con destinazione cazzi miei. Fine della famiglia, fine della sofferenza. E fine purtroppo anche sua, per polmonite batterica nella stazione di Astàpovo, ventitrè giorno dopo la partenza, meglio la fuga. Solo il tempo di un ultimo sussurro: "Svignarsela, bisogna svignarsela!"
Per questo tutte le famiglie felici si somigliano e ogni famiglia infelice è disgraziata a modo suo. Già che la tua disgrazia, quella di aver sposato un cretino, la conosci solo tu. Ma non te la sei ancora svignata... 





Nessun commento:

Posta un commento