giovedì 9 agosto 2018

Metonimia, corso di retorica per zucconi e non

Corso di retorica per zucconi e non. Prima lezione. Oggi ho acquistato un giubbotto da motociclista. E' nero, o forse marrone, la foto su Ebay non era del tutto chiara e io sono leggermente daltonico. La pelle, comunque, è anticata, o come si dice adesso vintage. Sopra le spalle oltre che nella zona corrispondente agli avambracci, è presente una leggera e sfiziosa trapuntatura a quadrettini, credo a maggiore protezione nel caso di eventuali e probabili cadute, se fossi io al manubrio. Nella parte alta di entrambe le maniche, dove nelle divise militari sono esposti i gradi, campeggia invece squillante l'emblema britannico, ovvero la Union Flag nei colori originali, bianco, rosso e blu. La chiusura avviene per il tramite di una cerniera di metallo leggermente obliqua sul petto. E’ lo stile, cosiddetto a "chiodo", reso celebre da Marlon Brando ne Il Selvaggio, con i revers che si aprono ad ala di farfalla per sventolare, nella pellicola diretta da László Benedek, quando Johnny parte rombando a cavallo di una Triumph Thunderbird 6T del 1950. Ma che moto ho io, si domanderà qualcuno? Nessuna. Per ciò si tratta della prima lezione del corso di retorica per zucconi e non, in cui viene introdotta la figura della metonimia. Dicesi metonimia quando un termine viene utilizzato in luogo di un altro termine, purché ad esso contiguo e cioè collegato da legami funzionali oppure simbolici. Causa per effetto, contenente per contenuto, materia per oggetto, astratto per concreto etc. In pratica, se non hai il becco di un quattrino, invece di prenderti la motocicletta prenditi un giubbotto da motociclista. Come ho fatto io. 

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