Corso
di retorica per zucconi e non. Prima lezione. Oggi ho acquistato un giubbotto
da motociclista. E' nero, o forse marrone, la foto su Ebay non era del tutto
chiara e io sono leggermente daltonico. La pelle, comunque, è anticata, o come
si dice adesso vintage. Sopra le spalle oltre che nella zona corrispondente agli
avambracci, è presente una leggera e sfiziosa trapuntatura a quadrettini, credo a maggiore protezione nel caso di eventuali e probabili cadute, se fossi io al manubrio. Nella parte alta di entrambe le maniche, dove nelle divise militari
sono esposti i gradi, campeggia invece squillante l'emblema britannico, ovvero
la Union Flag nei colori originali, bianco, rosso e blu. La chiusura avviene
per il tramite di una cerniera di metallo leggermente obliqua sul petto. E’ lo
stile, cosiddetto a "chiodo", reso celebre da Marlon Brando ne Il Selvaggio, con i revers che si aprono ad ala di farfalla per sventolare, nella pellicola diretta da László Benedek, quando Johnny parte rombando a cavallo di una Triumph Thunderbird 6T del 1950. Ma che moto ho io, si domanderà
qualcuno? Nessuna. Per ciò si tratta della prima lezione del corso di retorica
per zucconi e non, in cui viene introdotta la figura della metonimia. Dicesi
metonimia quando un termine viene utilizzato in luogo di un altro termine,
purché ad esso contiguo e cioè collegato da legami funzionali oppure
simbolici. Causa per effetto, contenente per contenuto, materia per oggetto,
astratto per concreto etc. In pratica, se non hai il becco di un
quattrino, invece di prenderti la motocicletta prenditi un giubbotto da motociclista.
Come ho fatto io.
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