giovedì 11 marzo 2021

Me l'ha detto mia cognata

 


Ieri mi sono ricordato di mio nonno Francesco, detto Cechin. È stato quando mi ha telefonato, dalla Svizzera, una mia vecchia amica che non sentivo da mesi, forse anni. Una bella sorpresa!

Come stai e come non stai, un po’ di aneddoti giovanili, ma poi, inevitabilmente, la conversazione è cascata sull’Argomento, come un’immensa calamita che attrae le parole di questo tempo.

Ha fatto il vaccino tua madre?, le chiedo sapendo che ha la stessa età della mia.

No, risponde lei, sono riuscita a convincerla a non farlo.

A non farlo?!

Sì, mi ha detto mia cognata che dentro il vaccino ci mettono il Covid.

Scusa, la interrompo perplesso, ma di cosa si occupa tua cognata?

Fa la casalinga. Però il marito posa le tegole sopra i tetti.

Ah, ecco.

Ed è così che mi è venuto in mente mio nonno Francesco, detto Cechin. Quando, già anziano, guardava i programmi d'informazione televisiva, commentava ogni tanto ammirato: “Ah, se ved che qui lì ‘i ha studiat...”

Lui aveva fatto solo le scuole elementari, e poi, con dedizione e nessun rimpianto, il contadino e il mercante di bestiame. Se però incrociava qualcuno con competenze superiori alle sue, gli riconosceva un credito, un’autorità di giudizio a cui si rimetteva di buon grado. Lo stesso si aspettava che facessero gli altri quando si parlava di mucche, di cui ne sapeva più di chiunque altro.

La società liquida dalle opinioni orizzontali diffuse dai social network, porta invece a equiparare le conoscenze di, mettiamo, Anthony Fauci (che ha passato tutta la vita a studiare i virus e come contrastarli), a quelle della moglie di un posatore di tegole sui tetti.

Niente contro i posatori di tegole, intendiamoci. Ma i risultati sono qui da vedere.

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