martedì 9 marzo 2021

Here I am

Seguendo una bella idea di Dino Buzzati, ho provato a compilare una lista di tutte le cose che odio, o perlomeno le più importanti.

All’inizio si fa un po’ fatica – sarà proprio odio quello che provo verso chi indossa la polo con il colletto sollevato…? Sì, è odio! –, ma poi la mano è come se trovasse sintonia con la stazione giusta del pensiero, e si procede speditamente.

Un abbrivio, nel mio caso, che non si è arrestato all’odio, ma ha proseguito con una lista analoga per l’amore. Ma lì è arrivata la sorpresa…

Mi sono accorto che, al primo posto in entrambi gli elenchi, figuravano situazioni speculari, una non avrebbe potuto esistere senza l’altra, come le due porzioni che si compenetrano dentro il cerchio del Tao, il puntino bianco al centro del nero e viceversa.

Nella lista dell’odio, con scarsa originalità, avevo indicato il rumore del trapano del dentista, solo a scriverne mi tornano i brividi. Quando l’orco verde l’avvia, l’assistente alla poltrona si avvicina e mi infila un piccolo ma non meno odioso aggeggio dentro la bocca, con cui viene risucchiata la saliva.

E però, ecco, in quel momento sopraggiunge anche una diversa sensazione: quella del seno tiepido della stessa assistente, si posa con quasi impercettibile pressione (e però io la sento) tra il collo e la mia spalla contratta sulla poltrona da astronauta, da bambino solo così venivo convinto a salirci sopra.

In quel punto rimane per tutta la durata dell’intervento, lo sento pulsare a un ritmo più lento del mio cuore. E mi ricorda che c’è una donna, c’è una madre, c’è una sorella o meglio ancora un femminile indistinto che mi protegge e consola. C’è. Punto.

La presenza discreta di quel seno – non mi importa neppure a chi appartenga, se la ragazza sia bella oppure brutta (non posso saperlo per via della mascherina, in largo anticipo sul Covid) –, quel seno si avvicina più di ogni altra cosa alla percezione concreta che ho della parola amore, poco contano le sue astrazioni.

Lo so che esistono pure donne dentista, di più chirurgo, presidi di facoltà, ministre, presidenti del Consiglio, lo so lo so e non voglio sminuire nessuno. Ma nella giornata della donna mi piacerebbe donare la mia mimosa a tutte le donne senza volto e ruoli di prestigio, un po’ drop out come me. Donne invisibili ma con un seno tiepido a ricordarti che, se hai bisogno, sono lì. Ci sono.

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