martedì 20 aprile 2021

Il guerriero

 


Uno aveva visto otto volte The Warriors, il film, in italiano I guerrieri della notte, ma secondo altri il numero esatto era nove e per altri ancora dodici. Più passava il tempo e più aumentavano le volte in cui, si diceva in giro con un sorrisetto appena accennato, era andato a cinema a vedere la pellicola, gli piaceva in particolare la sequenza in cui Ajax dice a un membro dei Baseball Furies: "Ti infilo quel bastone nel culo e poi ti sventolo come una bandiera."

Qualcuno l'aveva sparata ancor più grossa, azzardando la cifra inverosimile di quarantasette. Per quarantasette volte acquistare il biglietto, traversare gli spessi tendoni di velluto, sedersi, se possibile, dietro a persone basse e soprattutto con pochi capelli, quindi spalancare orecchie e pupille già a partire dai trailer. Un'impresa consentita solo a patto di spostarsi di città in città, seguendo la programmazione itinerante.

In quella di provincia in cui viveva con la madre e la nonna un po' sorda, The Warriors o, se si preferisce, I guerrieri della notte, veniva proiettato in una sala umbertina da teatro con le poltrone bordeaux intonate al sipario, mentre nel locale della parrocchia venivano prese a prestito le sedie dalle aule in cui si teneva la dottrina, per poi darvi retrospettive di Stanlio e Ollio o le pellicole con Bud Spencer e Terence Hill, Franco e Ciccio, sempre e comunque di coppie si trattava. Quanto al terzo e ultimo cinematografo, era riservato ai film porno, roba da segaioli insomma, non da guerrieri quale lui si sentiva.

Deve essere per questa ragione che, quando sì presentò per l'ennesima volta di fronte alla sala umbertina con i soldi per il biglietto, ma trovò ad accoglierlo il faccione sorridente di Dustin Hoffman e, un po' più sotto nel manifesto, seguendo la stessa gerarchia dei nomi, quello di Merly Streep, girò i tacchi e tornò a casa, forse considerando Kramer contro Kramer una storia un po' troppo da donne, come le biciclette con il canotto basso.

Nel giro di pochi mesi, The Warriors spariva dai cartelloni cinematografici dell'intero nord Italia (oltre le trasferte sarebbero divenute troppo dispendiose), mentre nei negozi di elettrodomestici facevano capolino i primi videoregistratori, parallelepipedi un po' gnucchi che promettevano una replicazione infinita. Con i soldi della pensione di reversibilità, la nonna gliene regalò uno fornito di telecomando, così da poter saltare le scene noiose, ossia quelle dove non sibilano catene o tintinnano spranghe. Fu la ricompensa, ma è solo un'ipotesi, per ripeterle i dialoghi che l'anziana faticava a udire.

Nemmeno ci è dato sapere se continuò a vedere The Warriors o quale altro film, da uomo oppure da donna, film bicicletta in cui mostrare le gambe mentre si pedala con un abitino di cotone a fiori, di cui poi strillare i dialoghi alla nonna, gli ha detto TI INFILO QUEL BASTONE NEL CULO E POI TI SVENTOLO COME UNA BANDIERA.

Semplicemente, ci si dimenticò progressivamente di lui e del suo formidabile record.

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