martedì 20 aprile 2021

Confusione

 


In quasi tutti i commenti che ho letto e ascoltato sul caso Grillo, vengono confusi piani diversi del discorso, dunque del giudizio che diviene così ideologico, prima ancora che improprio.

Il primo piano è quello politico: il leader di un partito di governo ha utilizzato uno spazio solo formalmente privato (il suo blog), ma in realtà luogo di comunicazioni pubblica per finalità del tutto personali, oltre che delicatissime in quanto sottoposte al vaglio della magistratura, e per uno dei reati più odiosi.

Ma in questo reato, quello di stupro di cui è accusato il figlio, e siamo qui al secondo e diverso piano, non ci sono una presunta vittima e un presunto carnefice, ma due vittime e due carnefici, sempre presunti oltre che alternativi: o c'è stato stupro o non c'è stato. Ha infatti ragione Grillo nel ricordare che se qualcuno ti accusa di violenza sessuale dopo un'orgia in cui era consenziente, sta esercitando su di te una violenza speculare allo stupro; uno stupro civile, potremmo chiamarlo così.

Ovviamente non sto dicendo che le cose siano andate a questo modo, né che siano comportamenti ugualmente gravi, ma che il motivo per cui il videomessaggio di Grillo deve essere messo all'indice concerne solo al primo dei due piani in cui abbiamo provato a distinguere la comunicazione, e per quanto la sua assoluta mancanza di attenzione umana verso la ragazza genera quantomeno sconcerto; ciò anche se si fosse come lui sostiene "offerta", per usare una terminologia già fortemente ipotecata da una visione asimmetrica dei rapporti, ossia sessista.

Rimane invece la prima questione, che, per qualità formale ma non certo degli interpreti, potrebbe essere paragonata al Papa che si affacci dalla terrazza di San Pietro. Quindi cerchi di convincere i fedeli che quella bicicletta su cui è stato visto pedalare il nipote: non l'ha rubata, no, ve lo giuro, gliel'ha prestata un amico!

Ma non è davvero il caso che noi, replicando l'errore del leader pentastellato, distribuiamo ora giudizi di colpevolezza e assoluzione, anche quando questi siano impliciti a una ricapitolazione empatica non meno che immaginaria dei fatti. Fermo restando lo scivolone politico del padre e la coglionaggine del figlio, come Grillo stesso, e con ottime ragioni, l'ha chiamata.

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