giovedì 25 marzo 2010

Pig Power, o sull'assenza di logica formale nell'informazione di questo paese



Non so, a volte mi sembra davvero di essere un'anima candita e anche un po' cogliona. O forse è l'attività stessa del pensare che, in questi tempi di effervescenza mediatica, è diventata sinonimo di coglioneria. Mi viene in mente la figura logica del sillogismo, che non significa altro che ragionamento concatenato.

Se tutti quelli che compiono l'azione X possiedono l'attributo Y, e A ha compiuto l'azione X, A - dunque - è partecipe delle qualità di Y. Semplice, no?

La chiave del sillogismo sta infatti in quella parolina, è una congiunzione, il segreto di ogni sillogismo sta nella congiunzione dunque. Come a dire che non c'è discussione, è così: anche un deficiente può capire che le cose stanno a questo modo. Perché nel sillogismo non esiste interpretazione ma un rapporto di discendenza tra una premessa e la sua naturale conseguenza.

Potremmo anche figurarcela con una rappresentazione insiemistica.

Immaginiamo qualcosa come un insieme generale (o premessa maggiore) in cui sia espressa una proposizione unanimemente accettata per palese evidenza oppure consuetudine, che è un' "evidenza supposta" e in logica viene chiamata assioma, costituendosi quale determinazione certa e non più negoziabile. Tutto ciò che viene contenuto da un successivo sottoinsieme più specifico e ad esso interno (premessa minore), partecipa così, per estensione, delle stesse qualità dell'insieme generale. Conducendo infine il sillogismo a una conclusione necessaria, che vede la premessa minore desumere le sue qualità da quelle dichiarate nella maggiore.

Proviamo allora a fare un esempio classico.

Tutti gli uomini sono mortali, premessa maggiore.
I Greci sono uomini, premessa minore.
Dunque i Greci sono mortali, conclusione.

Ma si potrebbero fare degli esempi più aggiornati. Come quello di un tale che abusi sessualmente di un bambino, anzi più bambini, in tempi e luoghi diversi; ciò che nel diritto penale si chiama essere recidivi. Questa azione, per la sensibilità della cultura a cui appartengo e mi riconosco, è generalmente associata all'attributo di "schifoso maiale". E, dunque, per la proprietà transitiva del sillogismo, anche il nostro tale deve essere considerato uno schifoso maiale.

Ma oltre a un principio che potremmo definire di azione verticale, dove l'inferiore discende almeno un suo attributo dal superiore, la logica è sensibile a un aspetto per così dire orizzontale, o di contiguità semantica (analogia). Immaginiamo così un altro tale, chiamiamolo tale2, che sia informato dei comportamenti del primo e non faccia nulla per evitare che si ripetano, ad esempio denunciando agli organi giudiziari preposti il comportamento delittuoso, per similitudine è da ritenersi ugualmente un maiale, forse appena un poco meno schifoso del primo. Il sillogismo in questo secondo caso potrebbe essere formulato a questo modo:

Tutti quelli che sono informati su atti di pedofilia e non fanno nulla per evitare il loro ripetersi, sono dei maiali "piuttosto" schifosi, diciamo così.

Che però non è ancora un sillogismo, perché manca ciò che in logica formale abbiamo visto essere chiamato premessa minore, ossia il caso specifico. Cito allora un articolo comparso sul New York Times il 24 marzo 2010, redatto sulla base di documenti ecclesiastici di cui dichiara di essere venuto in possesso:

"I vertici del Vaticano, tra cui il futuro Papa Benedetto XVI, occultarono gli abusi di un prete americano, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi di una scuola del Wisconsin. La corrispondenza interna tra vescovi del Wisconsin e l'allora cardinale Joseph Ratzinger, mostra che la priorità era, a quel tempo, quella di proteggere la chiesa dallo scandalo."

Ecco, da anima candida, e un po' cogliona, quale effettivamente sono, non capisco perché nessuno - ma proprio nessuno - tra i quotidiani e le esternazioni che ho ascoltato fino ad ora, ha compiuto il semplicissimo passaggio che muove da un fatto alla sua categoria esplicativa di ordine generale, o se preferiamo da una premessa minore a una maggiore (sussunzione). Approdando così a una conclusione che a me appare come scontata.

Se Papa Benedetto XVI, quando ancora era il Cardinale Joseph Ratzinger, ha effettivamente occultato i ripetuti abusi sessuali di un prelato a bambini sordomuti, se ne ricava (DUNQUE!) che Papa Benedetto XVI è perseguibile come fiancheggiatore di un grave reato previsto nel codice penale dello stato italiano, che anche lo staterello del Vaticano è tenuto a rispettare.

Ma se ne ricava anche un'altra conclusione piuttosto interessante. Cioè che Papa Benedetto XVI, sempre che le dichiarazioni del New York Times venissero confermate, e sempre per logica, sarebbe in tal caso uno schifoso e definitivo maiale.

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