Nei romanzi del secolo scorso o meglio
ancora di due secoli fa, per attribuire valore a una persona – un valore di
scambio proprio, e cioè da spendere nel mercato dei commerci sentimentali – si
aggiungeva l'aggettivo buona: una donna buona, un uomo buono, tanto più ricercati
per le loro qualità morali.
Ma che il richiamo alla bontà fosse, già
allora, più dichiarato che sentito, lo possiamo intuire da quei personaggi
manipolatori, sono spesso dei maschi: le facce da schiaffi, gli avventurieri, i
Barry Lyndon, di cui le donne avvertivano il fascino per poi lamentarsene una
volta tradite, rimpiangendo di non avergli preferito un uomo inerme come Carlo
Bovary.
Il tipo narrativo e ancor più
cinematografico della dark lady o della gatta morta, introducono dei dubbi
anche sulle reali preferenze del desiderio maschile, in cui la bontà è una
variabile davvero poco significativa, superata non solo dall'involucro (lo slittamento
è di una sola vocale, senza la quale, da buona, la donna diviene bona) ma anche da risvolti abrasivi del
contenuto, che difficilmente siamo disposti ad ammettere a noi stessi.
L'unica differenza, forse, è che quando
un uomo viene prima sedotto e poi abbandonato è portato a distruggere il
giocattolo rotto, mentre la distruttività femminile tende piuttosto a
rivolgersi contro di sé, accanendosi per redimere un carnefice in cui, al
fondo, negli abissi cardiaci, continua a voler scorgere il proverbiale uomo
buono, che lei e solo lei sarà in grado di far emergere.
La mutazione antropologica presentita da
Pasolini, ho però l'impressione che abbia finito col modificare anche queste
dinamiche, e sono così sempre più frequenti le donne che fanno tutt'uno con i
loro stronzissimi maschi. Non perché siano eroine romantiche recalcitranti ogni
sigillo reale o papale, come la Bonnie inseparabile dal suo Clyde, ma perché
del maschile sono divenute una contraffazione indistinguibile, alla maniera di
certi western così detti spaghetti.
Nel nostro caso si vorrebbe così pigiare
il telecomando per cambiare canale – basta pistoleros, non se ne può più di cattivi
in amore! – saremmo perfino disposti a sorbirci una televendita di materassi.
Se non fosse che di quel film ne siamo gli inconsapevoli interpreti, tutti nel
ruolo del Brutto e del Cattivo. E il Buono? Non pervenuto, come la temperatura
di Cagliari nelle previsioni del tempo che fu.
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