domenica 20 giugno 2021

I buoni e l'amore

Nei romanzi del secolo scorso o meglio ancora di due secoli fa, per attribuire valore a una persona – un valore di scambio proprio, e cioè da spendere nel mercato dei commerci sentimentali – si aggiungeva l'aggettivo buona: una donna buona, un uomo buono, tanto più ricercati per le loro qualità morali.

Ma che il richiamo alla bontà fosse, già allora, più dichiarato che sentito, lo possiamo intuire da quei personaggi manipolatori, sono spesso dei maschi: le facce da schiaffi, gli avventurieri, i Barry Lyndon, di cui le donne avvertivano il fascino per poi lamentarsene una volta tradite, rimpiangendo di non avergli preferito un uomo inerme come Carlo Bovary.

Il tipo narrativo e ancor più cinematografico della dark lady o della gatta morta, introducono dei dubbi anche sulle reali preferenze del desiderio maschile, in cui la bontà è una variabile davvero poco significativa, superata non solo dall'involucro (lo slittamento è di una sola vocale, senza la quale, da buona, la donna diviene bona) ma anche da risvolti abrasivi del contenuto, che difficilmente siamo disposti ad ammettere a noi stessi.

L'unica differenza, forse, è che quando un uomo viene prima sedotto e poi abbandonato è portato a distruggere il giocattolo rotto, mentre la distruttività femminile tende piuttosto a rivolgersi contro di sé, accanendosi per redimere un carnefice in cui, al fondo, negli abissi cardiaci, continua a voler scorgere il proverbiale uomo buono, che lei e solo lei sarà in grado di far emergere.

La mutazione antropologica presentita da Pasolini, ho però l'impressione che abbia finito col modificare anche queste dinamiche, e sono così sempre più frequenti le donne che fanno tutt'uno con i loro stronzissimi maschi. Non perché siano eroine romantiche recalcitranti ogni sigillo reale o papale, come la Bonnie inseparabile dal suo Clyde, ma perché del maschile sono divenute una contraffazione indistinguibile, alla maniera di certi western così detti spaghetti.

Nel nostro caso si vorrebbe così pigiare il telecomando per cambiare canale – basta pistoleros, non se ne può più di cattivi in amore! – saremmo perfino disposti a sorbirci una televendita di materassi. Se non fosse che di quel film ne siamo gli inconsapevoli interpreti, tutti nel ruolo del Brutto e del Cattivo. E il Buono? Non pervenuto, come la temperatura di Cagliari nelle previsioni del tempo che fu.

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