venerdì 4 giugno 2021

Destra e sinistra, una precisazione

 


Faccio un’integrazione al post che ho pubblicato ieri su destra e sinistra, in cui associavo la sinistra contemporanea a Lupo de Lupis: un lupo, sì, ma pure tanto buonino.

Il ragionamento prendeva le mosse dalla questione dell’identità transgender, che è divenuta un elemento di discrimine per gli schieramenti politici. Io sono ovviamente favorevole a ogni forma di diversione rispetto a un ordine illusorio – è come si dice una battaglia di civiltà, specie nei diritti connessi – ma mi chiedevo se lo stesso domandarsi “chi sono io” in relazione al corpo e ai suoi appetiti, non contenga già a monte un’opzione politica di natura implicita. E, in quanto implicita, non è mai stata messa seriamente a tema, introducendo un ribaltamento dei tradizionali indicatori di destra e sinistra.

Agli albori della rivoluzione industriale, dove si pone per la prima volta la suddivisione tra destra e sinistra, l’identità personale si giocava in buona parte in relazione alla stirpe e al lavoro, e il concetto di alienazione corrisponde proprio a un mancato riconoscimento dell'individuo nel lavoro divenuto seriale. L'individuo, oltre alla povertà, pativa così anche il disconoscimento del suo gesto nel processo di produzione, e con esso un disconoscimento più generale dell'essere persona.

Il fatto che si presenti ora una richiesta di riconoscimento fuori dal lavoro e dalla stirpe, da intendersi come quel noi senza cui l'io manca di uno specchio in cui riflettersi, potrebbe far pensare che a quel livello non esistano problemi: la stirpe si è risolta in una fraterna appartenenza dentro il cerchio dell’umano, e il lavoro non è più rilevante, i soldi ci sono, arrivano, non importa come e da dove, secondo il modello della società affluente. Solo a quel punto la ricerca dell'identità può essere trasferita al corpo, nel desiderio del corpo o meglio ancora nel suo godimento, per seguire l'intuizione di Lacan.

In effetti esiste una componente sociale per cui le cose stanno a questo modo: i ricchi. Per i poveri, i problemi del lavoro e della stirpe (non di rado sovrapposti, ad esempio nella percezione che gli “extracomunitari ci portino via il lavoro”) sono ancora impellenti, ma trovano udienza solo negli slogan politici di destra. Risposte spesso rozze e semplificate, ma comunque risposte.

E se a uno spiantato fosse attratto dalle persone dello stesso sesso, o di entrambi i sessi, qualcuno mi obiettava. Non ho dubbi che ciò accada, e anche di frequente. Ma sospetto che la propensione erotica, in questo caso, non venga accompagnata da un ruminare attorno alla propria identità e alla sua pubblica affermazione: si fa e basta, con la stessa vitale noncuranza con cui i sottoproletari romani montavano sulla Giulia GT di Pasolini, per andare a fare sesso in qualche campetto della periferia. Quando rientravano sporchi di sperma e di sudore, immagino non si chiedessero se fossero gay, queer, transgender, ma si spendevano i quattro soldi della marchetta in Marlboro e Sambuca Molinari; se rimaneva qualche spicciolo lo infilavano dentro al juke-box, per ascoltare l’ultimo successo di Peppino di Capri.

Cercare risposte alla domanda di senso sul proprio essere con altri, cercarla al di fuori dalla stirpe e dal lavoro, rappresenta dunque un superamento del piano materiale di esistenza, ossia una condizione in qualche modo privilegiata, almeno nel presente. Ciò non ne scredita il valore, e anzi dovrebbe essere l'obiettivo di una società virtuosa: emanciparsi dai vincoli anche psicologici determinati dai rapporti di forza, rapporti politici ed economici e produttivi, in cui trovare collocazione sullo scacchiere di un mondo sempre più allargato. Il fatto è che quella società è a tutt’oggi un’utopia, e i problemi di lavoro e stirpe sono più urgenti che mai.

La destra si rivolge a chi vive ancora tali problemi, problemi materiali, problemi che per Marx determinano la sovrastruttura ideale e quindi l'identità, come ha sempre fatto la sinistra storica ispirata dal materialismo dialettico; la stirpe veniva chiamata classe, ma cambiava poco. Mentre la nuova sinistra post tutto intercetta problemi diversi, ugualmente urgenti e rispettabili ma, come dire, un po' da ricchi, da chi ha la botte piena e ora vorrebbe anche la moglie ubriaca. E in una società sempre più impoverita e incerta, è condannata a perdere.

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