lunedì 7 giugno 2021

Eugenetica

 



Nonostante i tre vaccini approvati, la cui somministrazione, negli Stati Uniti, è da mesi disponibile a ogni fascia di età, continuano a registrarsi nel Paese di Homer Simpson una media quotidiana di cinquecento morti per Covid. Possiamo immaginare che le vittime recenti abbiano scelto in maggioranza di non vaccinarsi, particolare che introduce una variabile sottaciuta nel dibattito in corso: l'eugenetica.

Dopo che il virus ha fatto piazza pulita dei fragili e degli anziani a gravare sull'erario – negli Stati Uniti, in realtà, il sistema pensionistico è privato, ma rimane la metafora dell'alleggerimento della mongolfiera – adesso è la volta degli ignoranti, i no vax, i bravi ragazzi del '56 cantati da Miguel Bosè, insomma di varie ed eventuali zavorre sociali senza cui ne uscirà una nazione più giovane, sana e perfino ricca e intelligente.

Ovviamente non c'è nessun complotto, chi è causa del suo mal, come si dice, pianga sé stesso, ma trovo la coincidenza ugualmente inquietante. Più che Hitler e Eugen Fischer, poté un virus che più razzista non potrebbe essere.

Coloro che si appellano agli eterni cicli di creazione e distruzione (lasciamo andare le cose secondo necessità), hanno così l'occasione per comprendere che la natura è intimamente destrorsa, come avevano intuito Leopardi e Nietzsche. In odore di orbace e passo dell'oca lo sono anche i riottosi alla scienza, i quali antepongono i loro dubbi superstiziosi alla certezza che esistono gli immunodepressi, oltre ad altre categorie a cui il vaccino è interdetto.

Ma dubito che la storia sia davvero magistra vitae, se è vero che chi potrebbe imparare dalla pandemia coincide con la seguente formula: colui che, nuocendo agli altri, riesce a nuocere anche a sé stesso. Formula che per Carlo M. Cipolla corrisponde al termine scemo.

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