Questa notte ho sognato che acquistavo una vaschetta
di gelato. Non era per me, ma non ricordo bene per chi fosse; probabilmente per
una donna che mi rispondeva distrattamente dall'altra camera: "Il
congelatore è pieno, vedi un po' tu dove metterlo." Dove metterlo? E dove
vuoi che lo metta, del gelato...
In ogni caso io non mi
davo per vinto: aprivo sportelli, cassetti, armadi; e però niente da fare, il
gelato cominciava a sciogliersi. Ed è con questa sensazione che mi sono
svegliato. Quella di possedere un bene – per il mio inconscio ancora un poco
infantile, il bene supremo -, ma vederlo svilito e compromesso dalle
circostanze, in conseguenza delle quali non riusciva a farsi dono.
Da sveglio, ma ancora
offuscato dagli spiccioli di Morfeo, ho provato ad allargare l'inquadratura di
quel che rimaneva del mio sogno. Ci stavano ora centinaia di migliaia di
persone chiuse dentro le loro case (come si dice adesso: in lockdown), con il
braccio proteso nel gesto di offrire un cono di gelato.
Devo dire che a questo
punto ho fatto un fermo immagine; una composizione un po' naif, ricordava una
pubblicità di Oliviero Toscani, e però buffa, forse perfino bella. Il
quarto stato in versione estiva e balneare.
Quindi ho ripreso,
accorgendomi che dall'altra parte ci stava un fantasma; come tutti i fantasmi, ululava il suo buuu da sotto un lenzuolo bianco, più ridicolo che
minaccioso. Ma era incapace del semplice gesto di allungare la propria mano
all'indirizzo di un’altra mano; poi dire grazie, avevo proprio voglia di un
gelato.
Ed è così che la crema inizia a sciogliersi, o forse si trattava di limone, sì un bel gelato al limon che cola lentamente, raggiunge l'indice, poi il medio e l'anulare, solca il palmo ridisegnando la linea della vita; qualche goccia finisce sulle scarpe, anzi sulle pantofole, come in ogni sogno che si rispetti siamo in un luogo pubblico in ciabatte da camera, la vestaglia indossata da Carry Grant nelle commedie degli anni cinquanta.
Ma noi ancora lì, fermi,
speranzosi, con il nostra cazzo di gelato proteso verso il nulla.
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