sabato 28 novembre 2020

Right & Left

 



Matteo Basetti finalmente cala la maschera. Intervistato da Emergenziana Panella, detta Tiziana, a L’aria che tira, dichiara pubblicamente di non essere di sinistra. E dal momento che la domanda era se fosse di destra o di sinistra, la figura retorica della litote ci restituisce il segreto di Pulcinella: Bassetti è di destra.

Che Massimo Galli fosse di sinistra, anzi di estrema sinistra, come i più sottolineano con tono spregiativo (quando a me il termine sinistra appare inseparabile dall’aggettivo estrema, contenendo una visione palingenetica del mondo), era invece noto a tutti. Per sua stessa e orgogliosa ammissione.

Non possiedo le competenze per giudicare le posizioni cliniche dei due, ma la variabile politica non mi sembra affatto eccentrica, e forse è a partire da lì che si può fare un po’ di chiarezza su quella che sta diventando la guerra dei virologi, con rispettive tifoserie.

La propensione destrorsa di Bassetti, ad esempio, ci aiuta a comprendere quale sia la sensibilità che indirizza le scelte della nuova destra (non la destra storica, attenzione!), tutta volta a celebrare l’individuo nel suo libero pensiero, espressione e prassi; un individuo sempre più svincolato dai legami comunitari, secondo quella formula semplificatoria chiamata liberismo.

Se è questo il sentire del tutto legittimo di Bassetti, non stupiscono le sue reiterate esternazioni attenuative verso la pandemia, già che una rigida profilassi finirebbe col ridurre le libertà personali, tra cui quella di ammalarsi; poco importa che sia lo Stato (ossia di nuovo la comunità) a sostenerne poi le cure.

Gli fa eco il rigorismo di Massimo Galli, che incorporando, altrettanto legittimamente, lo stato d'animo prima ancora del pensiero di sinistra, è piuttosto incline a salvaguardare le persone come insieme; tra cui quella componente minoritaria, ma inseparabile dal tutto, che sono i fragili e gli anziani, più esposti a una prognosi negativa del contagio.

Chi ha ragione, dunque?

La mia preferenza si sarà forse intuita, ma credo che l’importante sia avere chiara la domanda, già che la medicina come scienza esatta è una narrazione tardo moderna, tra le più superficiali e sciocche. In altre parole e per dirla con Fosco Maraini, una fanfola.

La medicina è al contrario un racconto del mondo che contiene lo sguardo di chi lo racconta, e da potenziali pazienti abbiamo il diritto di conoscere quello sguardo: sempre politicamente ipotecato, mai neutro e definitivo. Come ogni storia è insomma un’opera aperta, il cui finale andrebbe consegnato al lettore. In questo caso tutti noi.


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