Conosco tre professori e tutti e tre sono stati contagiati dal
Covid-19, di cui due con sintomi. Naturalmente tre casi non fanno statistica e
non intendo sussumere tendenze più generali. Mi ha però stupito la notizia dei
professori che manifestano assieme agli studenti contro la didattica a
distanza, mettendo in scena (o in pratica) una lezione di fronte ai cancelli
chiusi di alcuni istituti scolastici; è avvenuto sia in Emilia sia in Toscana.
Una prova di grande altruismo, dal
momento che non sono i giovani, almeno quelli sotto i vent’anni, le vittime
designate del virus, ma persone adulte quali sono appunto i professori. Questi
rischiano dunque sulla loro pelle, come si dice. Ma anche, è il caso di
ricordarlo, su quella dei genitori dei giovani che torneranno a casa dopo le
lezioni in presenza, o dei congiunti degli stessi professori e amici e cassiere
e conoscenti e nonni. Insomma, sulla pelle di tutti noi.
Ricordo un po’ pedantemente che la
scuola in presenza – e per scuola intendo l’insieme delle pratiche da quando si
esce di casa a quando si rientra dopo le lezioni – è il secondo fattore
quantitativo nell’incremento dei contagi, dopo grandi assembramenti come
concerti e partite di calcio. Secondo il CTS, la didattica in presenza
contribuisce infatti per un valore di 0,4 all'indice di contagio, l'ormai
ampiamente citato RT0. Un numero che sembra piccolo piccolo, ma in realtà,
nella circostanza, è altissimo!
Mi permetto così una proposta: lasciamo
scegliere liberamente; scegliere ai professori ma anche ai ragazzi e alle loro
famiglie. Chi tra di loro vorrà continuare le lezioni in presenza potrà farlo
in istituti albergo dove risiedere stabilmente; sì, anche la notte: qualcosa di
molto simile ai college americani, per intendersi.
Potrebbero essere utilizzati allo scopo
le caserme dismesse, oppure gli alberghi attualmente deserti. Niente mezzi
pubblici da prendere, ci si sveglia e si è già a scuola. Niente nonni e
genitori e parenti da infettare. Una bolla perfetta e luminosissima di virtuosi
che si riflette in sé stessa, come Narciso nello stagno.
Rimane l’altra metà della luna, quella
nascosta dal cono d’ombra dell’eroismo, troppo umana per fare notizia; le
infinite formichine che preferiscono difendersi dal formichiere, i normali, i
cauti, i cacasotto del preferisco vivere.
Per loro non cambierebbe nulla. Continuerebbero a seguire le pratiche suggerite
dal buon senso, tra cui le ottime risorse formative offerte dalla didattica a
distanza. Mi sembra un buon compromesso, no?
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