giovedì 19 novembre 2020

Modesta proposta

 


Conosco tre professori e tutti e tre sono stati contagiati dal Covid-19, di cui due con sintomi. Naturalmente tre casi non fanno statistica e non intendo sussumere tendenze più generali. Mi ha però stupito la notizia dei professori che manifestano assieme agli studenti contro la didattica a distanza, mettendo in scena (o in pratica) una lezione di fronte ai cancelli chiusi di alcuni istituti scolastici; è avvenuto sia in Emilia sia in Toscana.

Una prova di grande altruismo, dal momento che non sono i giovani, almeno quelli sotto i vent’anni, le vittime designate del virus, ma persone adulte quali sono appunto i professori. Questi rischiano dunque sulla loro pelle, come si dice. Ma anche, è il caso di ricordarlo, su quella dei genitori dei giovani che torneranno a casa dopo le lezioni in presenza, o dei congiunti degli stessi professori e amici e cassiere e conoscenti e nonni. Insomma, sulla pelle di tutti noi.

Ricordo un po’ pedantemente che la scuola in presenza – e per scuola intendo l’insieme delle pratiche da quando si esce di casa a quando si rientra dopo le lezioni – è il secondo fattore quantitativo nell’incremento dei contagi, dopo grandi assembramenti come concerti e partite di calcio. Secondo il CTS, la didattica in presenza contribuisce infatti per un valore di 0,4 all'indice di contagio, l'ormai ampiamente citato RT0. Un numero che sembra piccolo piccolo, ma in realtà, nella circostanza, è altissimo!

Mi permetto così una proposta: lasciamo scegliere liberamente; scegliere ai professori ma anche ai ragazzi e alle loro famiglie. Chi tra di loro vorrà continuare le lezioni in presenza potrà farlo in istituti albergo dove risiedere stabilmente; sì, anche la notte: qualcosa di molto simile ai college americani, per intendersi.

Potrebbero essere utilizzati allo scopo le caserme dismesse, oppure gli alberghi attualmente deserti. Niente mezzi pubblici da prendere, ci si sveglia e si è già a scuola. Niente nonni e genitori e parenti da infettare. Una bolla perfetta e luminosissima di virtuosi che si riflette in sé stessa, come Narciso nello stagno.

Rimane l’altra metà della luna, quella nascosta dal cono d’ombra dell’eroismo, troppo umana per fare notizia; le infinite formichine che preferiscono difendersi dal formichiere, i normali, i cauti, i cacasotto del preferisco vivere. Per loro non cambierebbe nulla. Continuerebbero a seguire le pratiche suggerite dal buon senso, tra cui le ottime risorse formative offerte dalla didattica a distanza. Mi sembra un buon compromesso, no?

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