lunedì 26 ottobre 2020

Quando l'uomo col fucile

Mi sembra di essere finito dentro un film di Sergio Leone. Tutto nasce da un recente post su Facebook, in cui mi concedevo una leggera ironia su Emma Dante, scrittrice e drammaturga di vigore immaginifico e grande forza espressiva. Lo stesso non possiamo dire del suo pensiero razionale, condensato nella dichiarazione pubblica: "Chiudere cinema e teatri vuol dire fare una guerra contro la cultura".

Numerose persone si sono precipitate per difenderla, ma è difficile fargli capire che nel mirino delle mie parole (ripeto: ironiche) non era la brava drammaturga e neppure la cultura in sé, e piuttosto la formulazione apologetica e obiettivamente sproporzionata, iperbolica: “guerra alla cultura”, ma dai…

Un tono e una rivendicazione in cui riecheggia il peggiore corporativismo italico; dopo i culturali mi aspetto così i culturisti, per i quali con l’ultimo DPCM viene dichiarata guerra ai bicipiti; mentre, per i baristi, la guerra è allo Spritz; per i bagnini è guerra al cloro; per i proprietari di night club guerra alla fica, e così via.

Ora la stupidità – perché di stupidità si tratta – non sta nell'offrire solidarietà a tali categorie (che vanno giustamente indennizzate e protette), ma nell’assenza di discernimento, il cui sviluppo culmina nella capacità adulta di scegliere tra opzioni diverse e non cumulative.

Scegliere, ad esempio e ora che l’epidemia è fuori controllo (troppo tardi per i tracciamenti), tra il vissi d'arte, vissi d'amore della Tosca, e i cinquecento morti al giorno previsti dalle curve statistiche del contagio; sempre che non si chiudano prima i battenti. Ma chiudere cosa, già che hanno proverbialmente ragione tutti, e lo dico questa volta con tristissima serietà?

Quanto al Winchester di Clint Eastwood – “quando l’uomo col fucile incontra l’uomo con la pistola, l’uomo con la pistola è morto” – uno può vederselo anche dal salotto di casa, su un televisore a 55’ pollici che davvero ha poco da invidiare allo schermo cinematografico.

Molto più intelligente mi sembrava invece il primo discorso di Boris Johnson: Siamo inglesi, siamo duri, cazzuti, abbiamo dominato il mondo e preferiamo i morti a cambiare stile di vita. And God save the Queen!

Poi si è ricreduto, ma provo rispetto per quel modo brusco di argomentare, magari un tantino cinico ma non stupido. Mentre la stupidità consiste nel rivendicare botti piene e mogli ubriache. Ma si sa, quando l’uomo che prova a ragionare incontra l’uomo che sragiona, l’uomo che ragiona è morto.

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