Questa
notte ho sognato il mio amico Michele. Andavo a chiamarlo la mattina, ma lui
non rispondeva: si era trasformato in una pagnotta.
Michele è un mangione, e anche un dormiglione, la trasformazione non mi stupiva più tanto. Così insistevo: Michele, sveglia – SVEGLIA! Dai che è tardi... Ma lui niente, un immobile soffice pane appena sfornato, dalla crosta dorata e croccante.
Nel frattempo era
arrivato anche Ivan, ci siamo consultati: Dovremmo tastargli il polso... Ma
come fai a tastare il polso a un panino?
E poi Michele ha il diabete ed è sempre stato un po' matto – non per
modo di dire, un matto vero! –, e abbiamo sempre temuto che potesse finire così.
Sì, morto. Ma non panificato.
Dopo qualche esitazione, non abbiamo trovato di meglio che iniziare a mangiarlo: un pezzo io, un pezzo Ivan, finché di Michele non è rimasta che qualche briciola. Il resto stava nel nostro stomaco.
Quando la cicalina del citofono mi ha risvegliato – era il postino, a consegnarmi una maglietta con la scritta Yuppi Du – mi sono sentito un po' confuso, ma anche sazio e sereno. Grazie Michele, sei stato un buon amico. Ed eri cotto a puntino.
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