giovedì 15 ottobre 2020

14600


È da più di vent'anni che convivo con dei cani. Tre cani, per la precisione: Baruzza, Peppa e Mela, che si sono succeduti in quest'ordine in un appartamento di novantasette mq senza giardino. Dunque è stato, e, tuttora, è necessario accompagnarli ai giardinetti, per i bisogni. Facciamo in media quattro bisogni piccoli e due grossi – tutti i giorni. Che moltiplicati per vent'anni fanno 29200 pisciatine e 14600 cacche. A cui sono seguiti quattordicimila e seicento sacchettini neri cavati dalle tasche di jeans, giubbetti, piumini, a seconda della stagione; quattordicimila e seicento piegamenti in avanti del busto; quattordicimila e seicento volte la mia mano ha carezzato uno stronzetto ancora tiepido e sodo – quando andava bene, e non era liquefatto in diarrea – prima di trovare il verso giusto con cui raccoglierlo nel palmo e chiudere con un piccolo nodo il sacchetto, per gettarlo finalmente nel cestino. Temo di aver trascorso più tempo a raccogliere merda che a elargire baci.

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