Ha
perfettamente ragione Alessandro Vespignani: se vuoi conoscere l'andamento di
un'epidemia, e, dunque, le misure di contenimento da approntare, è del tutto
inutile domandare a un virologo, anzi a una pletora di virologi, ognuno ha il
suo preferito come accadeva nelle boy band. Devi piuttosto sentire un
epidemiologo, che guarda a caso è la professione di Vespignani. Il quale ha perfettamente ragione, sì, ma
il suo paragone automobilistico – i virologi nel ruolo di bravi meccanici,
l’epidemia a interpretare il traffico all’ora di punta – non era abbastanza
crudo, così da generare quella memorabilità goliardica da barzelletta un po’
sconcia.
Per
ficcare una buona volta il concetto dentro la zucca di politici ma anche
semplici cittadini, io l'avrei figurato a questo modo: chiedere conto a un
virologo degli sviluppi di un'epidemia, è come chiedere a una fica
dell'andamento demografico nei nove mesi successivi. Nella migliore delle
ipotesi, (non) ne capirebbe un cazzo.
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