Continuano
a girare sul web immaginette comparative, in cui viene affiancata la situazione
attuale della pandemia (numero dei contagi quotidiani, terapie intensive, morti
etc.) a quella di marzo. Da qui risulta, o, meglio, risulterebbe, che a pari
numero di tamponi positivi gli effetti si sono ridotti, quasi acquietati come
ipotizzava Zangrillo (“il virus è clinicamente morto”).
Il
commento sui social è a volte esplicito e strillato, ma anche quando viene
sottaciuto, consegnandolo a lettore quale ironico sotto testo, è abbastanza
chiaro. Potremmo tradurlo a questo modo: a chi vogliono darla a bere: le
Cassandre, i catastrofisti?! Quando i numeri dicono chiaramente che il virus si
è rabbonito, come certi leoni al circo rintronati di sedativi.
Peccato
che i numeri andrebbero saputi leggere, e, quando non si ha confidenza con la
statistica, si potrebbe provare con le metafore. Ora è abbastanza evidente che
la situazione sia meno drammatica che a marzo, nessuno lo contesta. Ma non
perché il nostro leone sia diventato un timido gattino.
Prendete
infatti un secchiello e poi intingetelo per dieci volte nel mare, come facevano
le scope di Topolino, apprendista stregone nel film di animazione Fantasia,
capolavoro di Walt Disney del 1946. Poi immaginate che le scope, dopo ciascun
carico, riversino il contenuto in una tinozza; mettiamo cinque litri a secchiello,
totale cinquanta litri.
Ecco,
quelli erano i tamponi positivi a marzo: pochi litri solamente, quando sotto
c'era il mare.
Facciamo
ora lo stesso con una piscina, attingiamo dalle sue acque calme e azzurrine.
Sempre dieci secchielli, scope, tinozza... Come si può intuire, il contenuto
dei travasi è il medesimo. Cinquanta litri. E questa è la situazione attuale:
il numero dei tamponi positivi non cambia, ma la base di partenza è
infinitamente diversa. Più contenuta, sì.
E
ora un piccolo sforzo ancora d'immaginazione, nei film di Walt Disney è
possibile: che le piscine possano trasformarsi in mare, almeno se non facciamo
nulla per arginarne la crescita; è quanto accade al povero Topolino quando le
scope prendono il sopravvento, rifiutando di obbedire ai suoi maldestri imperativi magici.
Il
mare, di nuovo il mare dunque. E con il mare un incremento delle terapie
intensive, delle morti per asfissia polmonare, scenari tremendi che non avremmo
più voluto vedere. Un’evoluzione logica, quasi meccanica (se non contrastata
seriamente, e non è il caso del recente DPCM), e che le persone intente a
pubblicare i loro sciocchi schemini comparativi, tra cui anche qualche presunto
luminare della materia, contribuiscono a realizzare.
D'altronde,
l'intelligenza, come Don Abbondio il coraggio, uno mica può darsela da sola.
Apprendisti stregoni che vanno avanti a colpi di pensiero magico, in attesa che
la piscina torni a essere mare.
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