giovedì 29 ottobre 2020

Il fantasma Formaggino, o sulla regressione cognitiva di un intero continente

 


I francesi chiudono tutto tranne le scuole, con le tifoserie da social network a cui non sembra vero: bravi, bis, è così che si fa: la cultura tout d'abord! (e come se la didattica a distanza fosse incultura, ma lasciamo andare...).

Intanto, i campani e i lombardi e qualche regione ancora che ho scordato, chiudono le scuole superiori ma lasciano aperti i bar, almeno fino allo Spritz delle diciotto; e sono altre tifoserie a esultare, o, che poi è lo stesso, a spernacchiare: terroni del cazzo, abbasso i francesi mangia lumache, buu!

Alle diciotto, i tedeschi, stanno dove stanno e però fanno un saltino, poi una giravolta, falla un'altra volta, mentre gli inglesi dicono trentatré, anzi thirty three. Allora uno legge, ascolta tutti, ma a un certo punto gli viene un dubbio... E se la smettessimo con queste comparazioni idiote, che ne dite?

La verità – quella suggerita dai numeri, almeno – è che l'intero Occidente dello stramaledetto virus non ha capito una cippa, e più che lo strombazzato modello Italia (magari in Corea ci sarebbe qualcosina da imparare) vengono in mente i proverbiali italiano, inglese e francese delle barzellette, ad esempio quella del fantasma Formaggino.

Storielle che ti fanno sbellicare dalle risate fino a sei anni, ma poi, sempre più imbarazzato, comici a guardare gli altri come il gabbiere che scruta l'oceano, alla ricerca di una traccia di intelligenza adulta nascosta tra onde e gabbiani.

Macché, loro continuano a ridere: il fantasma Formaggino, uh uh uh, e nessuno sembra accorgersi che questa volta e se andiamo avanti così, sarà il fantasma Formaggino a spalmarci su un panino.


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