lunedì 7 gennaio 2019

Tra essere e fare c'è di mezzo il cameriere, una vecchia storia molto attuale

Ieri Christian Raimo ha rilasciato un post su Facebook in cui affermava il valore costituzionale della bontà, rilanciando, evidentemente, un tema prezioso del discorso presidenziale di Capodanno.
Raimo non scriveva delle cose sbagliate, lo premetto subito, per quanto il tono mi è apparso al solito un po’ predicatorio, moralmente ultimativo. Ma il consenso bulgaro che lo scrittore romano ha guadagnato sul web è evidentemente frutto anche di questa sua convinta perorazione un po’ di parte; ed è bello sentirsi dalla parte giusta, sentirsi in tanti così da accantonare i dubbi – saranno mica tutti scemi gli altri 494 che hanno deposto il loro like, per non dire delle 111 condivisioni al post di Raimo?
Erano inoltre presenti anche 64 commenti, tra cui il mio. Ciò che facevo notare e che ripropongo qui non avendo avuto, come immaginavo, alcuna risposta (intendiamoci, non si può rispondere a 64 persone, e dunque nessuna polemica), è che è sbagliato e pericoloso scrivere cose come:
“è sancito negli articoli della costituzione il dovere di essere antifascisti”.
Una frase che riporta alla mente un lontano aneddoto riferito a Jean-Paul Sartre. Il filosofo francese stava al solito seduto al tavolino di un bistrot, e a un giovane in pantaloni scuri e giacca bianca che si presentò a lui con le parole “bonjour, je suis le serveur”, egli rispose con prontezza: “Non, vous n'êtes pas un serveur. Vous faites le serveur.” 
E così un poco mi rattrista che, in un’aura di consenso in buona parte meritata, nessuno riesca a fare breccia e, come Sartre, spiegare a Raimo che no, la Costituzione, nessuna costituzione e nessun uomo può stabilire cosa ESSERE a un altro uomo, nemmeno essere una cosa buona e giusta. Un antifascista, ad esempio.
Al limite la Costituzione italiana può stabilire di FARE qualcosa. E infatti fa dell’antifascismo un dovere costituzionale, bandendo il fascismo come pratica politica attiva dal suolo repubblicano. Ma ponendo l’argomento così come ha appena fatto Raimo, si commette un errore non solo giuridico e filosofico, ma anche politico. E proprio in quella direzione (totalitaria) che a parole si dichiara di bandire; e io sono certo che Raimo non voglia questo, e il suo sia stato solo uno svarione.
Ma quando ci stanno 494 persone, pardon 496, nel frattempo il computo è cresciuto, persone o meglio amici a dirti che hai sempre ragione tu, ci sta che poi non te ne accorga. E che continui a ESSERE e non FARE il cameriere delle tue parole.

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