domenica 27 gennaio 2019

Facebook come il Bar Piero, o sul (presunto) ritorno della politica

Prima l'Aquarius, poi la Diciotti e adesso la Sea Watch. Lo zampino è sempre quello del ministro dell'interno Matteo Salvini, a vietare a tutte le navi delle ONG di sbarcare sul suolo italiano, da cui la recente notifica di reato per sequestro di persona, consegnata allo stesso Salvini per conto dei procuratori di Agrigento. Fatti che hanno monopolizzato l'informazione negli ultimi tempi, ma, mi sono accorto, anche una buona parte dei post scritti dai miei contatti Facebook, con giudizi come prevedibile divergenti. Opposte tifoserie, insomma. Ma anche analisi puntuali e articolate.
Ciò su cui adesso mi interessa concentrarmi non sono però le specifiche vicende e neppure il loro merito – su cui ovviamente ho le mie opinioni, i miei sentimenti reattivi –, ma l'impressionante ricorrenza della dimensione politica sui social network, che mi porta a rivedere la diffusa considerazione sugli anni che stiamo vivendo, perlopiù liquidati come fortemente individualistici; ipotesi che sembra per altro confermata dal progressivo calo di partecipazione nelle consultazioni elettorali.
Eppure anche la conclusione di segno opposto, che vede il ritorno in forza dell’impegno politico, mi sembra affrettata e fuori fuoco. Non è un caso che al sostantivo politica venga accoppiato da sempre il verbo fare; la politica si fa, si agisce, coordinando mezzi, persone, idee, risorse economiche attraverso contenitori istituzionali (partiti) o para istituzionali (movimenti) nell’intento di raggiungere una finalità pienamente umana, che perlopiù coincide con una sorta di redenzione del presente. Ma come nel gioco delle freccette, rarissimamente si centra il cuore rosso del bersaglio e ci si deve accontentare di qualche punto, già che la politica è anche, se non soprattutto, compromesso.
Mi chiedo dunque quale bersaglio concreto si celi dietro ai centinaia di post politici che leggo su Facebook, oltre ai migliaia, forse perfino milioni che non ho letto né leggerò. Più che a un'estensione con altri mezzi del dominio della lotta, per parafrasare il titolo del primo romanzo di Houellebecq, mi viene allora da sospettare che l'elemento davvero centrale nelle nostre vite non sia tanto la politica in senso proprio, ma l'espressione politica, il suo semplice dire.
Potremmo forse sbarazzarci a questo punto anche dell'attributo politico, e concludere che è l'espressione tout court ad aver guadagnato il centro della scena pubblica; i più cinici potrebbero chiamarla blatera, per quanto io continuo a ritrovare lampi di acutezza, confusi in un effluvio di parole a ruota libera. D’altronde neppure scriverei queste parole se non avessi la convinzione che il mezzo, talvolta, possa essere trasceso dal significato, con buona pace di McLuhan.
Mi torna in mente un uomo un po’ brillo – di professione faceva il maggiordomo, giuro! – che declamava a memoria lunghi passi della Commedia, addirittura interi canti senza sbagliare un accento o una sineresi, stavamo appoggiati col gomito al bancone del Bar Piero a sorseggiare il solito pessimo bianco di Custoza. Dante, al Bar Piero?!
Sì, è accaduto anche questo. E noi che pensavamo che, col progressivo estenuarsi degli infiniti Bar Piero della provincia italiana, riconvertiti in luoghi fighetti dalle sigle anglofone dove darsi appuntamento all'happy hour, noi che ci illudevamo fosse cessato anche quell’opinionismo disinvolto con la Marlboro in bocca un po’ di sguincio, al quarto Custoza non erano rare conclusioni del tipo "rossi, neri, tutti uguali", come nella memorabile sequenza di un film di Nanni Moretti, il quale ribatteva con la sua vocetta chioccia: "Ve lo meritate Alberto Sordi, ve lo meritate..."
E invece il Bar Piero è ancora vivo e vegeto e lotta insieme a noi, il Bar Piero è noi, anzi, c'est nous. C’è solo da sperare che, su quell'enorme astrazione del Bar Piero a nome Facebook, tra tante opinioni politiche senza alcun fare e dunque neppure ricaduta nel reale, oltre all'attenuante di un bianchino di troppo, ci sia ancora qualche maggiordomo a ricordarci di Paolo e Francesca…

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