venerdì 11 gennaio 2019

L'affaire Moix II, la revanche

Molto interessante la discussione sulla bacheca Facebook di un mio contatto di genere femminile, così a spanne potrebbe avere intorno ai cinquant’anni. L’età dello scrittore francese Yann Moix, dunque.
Riassunto delle puntate precedenti: Moix, rispondendo a una domanda in cui veniva sollecitato sull’argomento, dichiara alla giornalista Marianne Mairesse di non provare desiderio erotico verso le coetanee.
Numerose cinquantenni, quale reazione piccata, esibiscono sui social network fotografie in cui si offrono allo scatto in pose più o meno scosciate, come a dire: guarda qua cosa ti perdi, scemo!
Il mio contatto commentava ironicamente tale comportamento, ma aveva parole abrasive anche per lo scrittore boccalone: “un ometto gerontofobo in evidente crisi pre-senile, a giudicare dalla foto (di Moix, in questo caso), le venticinquenni a breve, se non di già, se le dovrà pagare”. Parole testuali, che come giusto ho virgolettato.
Ho fatto questa lunga premessa per mostrare come ci siano tre soggetti distinti, se non addirittura opposti per intenzione: 1) Moix, che non vuole le cinquantenni; 2) le cinquantenni desnude sul web, che non volute da Moix ribaltano la prospettiva: siamo noi a non volere te; 3) il mio contatto Facebook che non vuole e non condivide entrambi.
Ma se guardiamo a questo siparietto con maggior attenzione, ci accorgiamo che le tre voci sono alternative solo in apparenza, quando a ben vedere parlano la stessa lingua – la lingua del potere, non del valore che è dato quale implicito del discorso. Ed è come sempre il codice del corpo a segnarcelo, la sua semiotica posturale, oltre alle scelte verbali con cui il tutto viene sunteggiato.
Il valore, per costoro, coincide infatti con il desiderio: chi è desiderato vince e chi desidera perde. Le donne cinquantenni che esibiscono sul web forme ancora, a loro giudizio, almeno, avvenenti, reclamano il potere che Moix gli nega preferendogli le ragazze. Se non ti piaccio, è come se ci dicessero, mi stai togliendo potere, e così per reazione uguale e contraria io adesso lo tolgo a te.
Ma anche il mio contatto afferma un potere, si pone a un livello superiore da cui giudica le coetanee ingenue e scomposte e Moix un “ometto in crisi presenile”, con ciò revocandogli lo stesso 
potere – essere desiderato da una venticinquenne, se non pagandola, che è un'altra forma di potere. Ragiona insomma secondo presupposti totalmente omogenei alle donne che dice di criticare.
La gaffe di Moix si dimostra così altamente istruttiva. A mostrarci come uomini e donne, la più parte almeno e al netto delle contrapposizioni fittizie qui esibite, sono molto più vicini di quel che si creda. E più che la lingua dell’eros parlano entrambi la lingua del potere; un potere che per gli uomini continua a essere economico e sociale (il successo, la fama, la rinomanza pubblica) e per le donne estetico e anagrafico. 
Ma per paradosso, è proprio nella goffaggine machista di Moix che tale lingua del potere si mostra più fragile e balbettante. Già che non ha mai dichiarato di essere ricco, famoso, lei non sa chi sono io, oppure giovane e bello, ma sono piuttosto le donne giovani e belle a suscitare il suo desiderio. Ma a questo modo ha già "perso" in partenza, è sotto scacco matto della regina.

Peccato che le centinaia di donne, di tutte le età, che ora lo attaccano, non se ne siano accorte. Perché alla fine sono loro a dover decidere se andare o meno a letto con lui, come è sempre stato e sarà...

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