Nell'ultima intervista concessa da Jannacci prima di morire, alla domanda sulle sue credenze religiose – si trovava a un festival musicale organizzato da qualche associazione cattolica, sul palco il figlio Paolo al pianoforte – così rispose all'intervistatore: "Io spererei che fossero tutti come mio padre, come me: che pensassero agli altri, alla povera gente... Il resto non mi interessa."
Ci ripensavo nel clima delle infinite polemiche sul congresso del PD, che
porterà all'elezione del prossimo segretario. L’ennesimo. Le mie competenze
politiche sono davvero poca cosa; non conosco le logiche di corrente, le
alleanze, i pesi e contrappesi che portano a questo genere di decisioni.
Bonaccini, dunque, oppure Elly Schlein o qualcun altro (altra) ancora... Fate
voi. Da potenziale elettore del PD, solo vorrei un segretario che sapesse
esprimersi con parole semplici e chiare come quelle di Jannacci. Non mutualità, resilienza, genderfluid, endorsement – ma povera gente. Qualcuno che pensasse
agli altri e alla povera gente, ecco. Come Jannacci e il padre di Jannacci. Il
resto non mi interessa.
E che magari poi ci spiegasse il modo, il come e il quando. Perché un
partito può dirsi di sinistra solo se il pensiero della povera gente trova vie
politiche, pratiche economiche, intese sulle cose che ci sono e anche su quelle
che non ci sono ancora. In altre parole, traccia sentieri per farsi mondo.
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