martedì 6 dicembre 2022

La povera gente

 

Nell'ultima intervista concessa da Jannacci prima di morire, alla domanda sulle sue credenze religiose – si trovava a un festival musicale organizzato da qualche associazione cattolica, sul palco il figlio Paolo al pianoforte – così rispose all'intervistatore: "Io spererei che fossero tutti come mio padre, come me: che pensassero agli altri, alla povera gente... Il resto non mi interessa."

Ci ripensavo nel clima delle infinite polemiche sul congresso del PD, che porterà all'elezione del prossimo segretario. L’ennesimo. Le mie competenze politiche sono davvero poca cosa; non conosco le logiche di corrente, le alleanze, i pesi e contrappesi che portano a questo genere di decisioni.

Bonaccini, dunque, oppure Elly Schlein o qualcun altro (altra) ancora... Fate voi. Da potenziale elettore del PD, solo vorrei un segretario che sapesse esprimersi con parole semplici e chiare come quelle di Jannacci. Non mutualità, resilienza, genderfluid, endorsement – ma povera gente. Qualcuno che pensasse agli altri e alla povera gente, ecco. Come Jannacci e il padre di Jannacci. Il resto non mi interessa.

E che magari poi ci spiegasse il modo, il come e il quando. Perché un partito può dirsi di sinistra solo se il pensiero della povera gente trova vie politiche, pratiche economiche, intese sulle cose che ci sono e anche su quelle che non ci sono ancora. In altre parole, traccia sentieri per farsi mondo.

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