venerdì 13 agosto 2021
Pianti e rimpianti
Non sempre ho condiviso
le posizioni di Gino Strada. Mi sembrava che la sua intransigenza morale gli
impedisse, a volte, di cogliere le sfumature, ossia la complessità dei
problemi. A posteriori, mi accorgo però che senza il filtro di un principio
etico forte (e l'etica è sempre discrezionale) anche la complessità può
facilmente trasformarsi in caos, confusione, nei casi più lieti baldoria. Non
c'è insomma neppure conoscenza senza una morale che la orienti. E disorientati
come siamo, più che il grigio che sta tra il bianco e il nero – con cui il fondatore di Emergency divideva il mondo, è inutile negarlo – finiamo col cercare un
accomodamento in cui le cose smettono di offrirsi come insieme, alla maniera
delle foto scattate alla terra dai satelliti. Piuttosto quello sguardo dal
basso, da topolini spaventati, alla ricerca di un buco in cui fare tana, e
accumulare le croste di formaggio che si sono riuscite a sottrarre alla cucina.
Per questo, oggi, piango e già rimpiango Gino Strada.
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Basta guerra. E mentre Diego Zoro, nell'intervista del gennaio 2020, cercava di fargli dire: "Ma se la guerra fosse contro i cattivi? Se minacciassero la nostra quiete? Ci potrebbe essere un ma? Questo la gente se lo chiede?
RispondiElimina"Basta guerra"