Bassetti, il virologo, non il piumone, ha appena dichiarato una cosa a cui non avevo mai pensato: le case farmaceutiche guadagnano un sacco di soldi dalla circolazione del Covid, molti di più che non dalla vendita dei vaccini.
Un vaccino costa mediamente quindici euro – quelli a RNA messaggero almeno, AstraZeneca quasi un quarto –, cifra da raddoppiare già che è quasi sempre previsto un richiamo. Una persona che si ammala produce esborsi infinitamente più alti, fino ad arrivare ai sessantamila euro di un ricovero in terapia intensiva; pagati come giusto dai contribuenti, anche se si tratta di una persona che ha rifiutato il vaccino.
Ma chi incassa buona parte di quel denaro per ventilatori
polmonari, cateteri venosi, anestetici, medicinali? Big Pharma, ovviamente.
Non che abbia mai dato credito alle argomentazioni
complottistiche che vedono nei vaccini un magna magna generale, con tanto di
microchip per controllarci con le reti 5G, ma sarebbe interessante se prendesse
piede questa consapevolezza economica. Economica ma anche politica, ossia con importanti risvolti morali.
I recalcitranti all'immunizzazione indotta, per fare dispetto alle multinazionali
farmaceutiche avrebbero così due opzioni: 1) se e quando si ammalassero rifiutare ogni
cura, morire eroicamente e come eroi civili noi li ricorderemo, senza che
venga versato un solo euro alle case farmaceutiche; 2) prendersi una
laurea in biologia e una in medicina, creare dei nuovi vaccini con lo zucchero di canna e
senza glutammato, vaccini "bio" deliziosi anche per correggere una tisana alla
melissa e frutti di bosco, quindi produrseli da soli e così evitare d'ingrassare
Big Pharma. Ma anche di gravare sull'erario.
Ho fatto due conti: un mesetto d'ospedale per avere sfidato il
virus, monetizzati, equivalgono a sette anni di sussidi di disoccupazione
versati a un poveraccio. Sette anni, sì.
Quando si parla di libertà fondamentali conculcate, ricordiamoci allora anche di questo: un commercialista no vax che si piglia il Covid in vacanza a Porto Rotondo, costa alla comunità duemila volte più della famigerata casalinga di Voghera – il conto è presto fatto: 60.000 (costo medio terapia intensiva) : 30 (costo due dosi vaccino) = 2000. Casalinga che si fa fare la sua punturina e non rompe tanto i coglioni.
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