domenica 15 agosto 2021
Amok, o sulle metamorfosi quotidiane
Camminando, come tutti i giorni, nel bosco dei Bordighi, ho calpestato un
ramo scuro che ha cominciato a dimenarsi. Non era un vero ramo naturalmente, ma
una biscia d'acqua da me confusa per distrazione. Stavo perlustrando tra le
fronde delle robinie con in sottofondo il primo album degli Atoms for Peace. È una strana esperienza
osservare l'inanimato prendere vita, come una pellicola proiettata in senso
inverso, come se si potesse ritornate dalla morte. Quella, mettiamo, di un
passero raccolto sul marciapiede: cuoricino che batte all'impazzata, cuoricino,
un attimo dopo, che si arresta tra le dita. Non è morto a causa delle ferite,
ma di spavento per le mani che cercavano di soccorrerlo, offrendogli una culla
che si è trasforma in sepolcro. Ma perché, in questo caso, anche il nostro
cuore accelera, si colma di tristezza, e invece per la biscia non gioiamo,
avremmo preferito che anche il ramo fosse ricacciato nella fissità della morte?
Esiste un simile episodio nel capitolo sette dell'Esodo, quando Dio manda Mosè
e Aronne dal Faraone. Il Faraone chiederà un miracolo, dice Dio ad Aronne, in
quel momento dovrai gettare a terra il tuo bastone, che diventerà un serpente.
Ciò fatto, gli incantatori del Faraone replicarono gettando anche i loro
bastoni, che pure divennero serpenti. Ma il bastone-serpente di Aronne li
ingoiò tutti. Nel frattempo, la biscia d'acqua – lunga, nera, i movimenti
sinuosi dei rettili quando strisciano – si era rifugiata dietro un cespuglio di
sambuco, accompagnata dalla nona traccia che dà il titolo all'intero album.
Amok. Lo stavo ascoltando con enormi cuffie bianche, associate alla mascherina
mi rendevano simile a un esperimento post umano. Nelle regioni del Sud-est
asiatico, della Malaysia, dell'Indonesia e della Nuova Guinea, con il termine
amok ci si riferisce a una condizione temporanea di perdita di coscienza. Il
soggetto colpito dalla sindrome, recita Wikipedia, dopo una breve fase di
ritiro relazionale, aggredisce dapprima i familiari e poi gli estranei, in un
crescendo incontrollabile di furia omicida. Nell'accesso di violenza corre
velocissimo per le strade e tra i campi per poi, infine, accasciarsi. La
manifestazione di violenza è poi seguita da amnesia e malinconico esaurimento.
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Una metafora che inquieta, nel Ferragosto già bollente di suo..
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