venerdì 27 agosto 2021

Lo specchio di Grimilde, o su Facebook e l'amore e la scrittura



Lo scrittore Giulio Mozzi, in un'intervista di molti anni fa, disse che "scrivere senza leggere è come pretendere di essere amati senza amare".

Mi è tornata in mente questa bellissima istantanea verbale a proposito di Facebook. Confesso di averlo fatto anche io: richiedere l'amicizia solo perché me lo suggeriva il famigerato algoritmo. Magari la persona in testa all'elenco dei papabili possedeva una biografia professionale da primo della classe, interessi e amici comuni, bastava in taluni casi un bel musino. Ma poi finiva lì, dopo una prima distratta scorsa al profilo si esauriva il mio interesse. Io non leggevo lui, o lei, insomma loro, e loro non leggevano me.

Il più delle volte non c'era nemmeno bisogno di imbattermi in proclami contro la "dittatura politico-sanitaria", oppure foto del figlio palestrato di fronte all'ingresso di Casa Pound, il gattino che fa le fusa, cose così, ma era il semplice effetto di un fisiologico processo di erranza della curiosità, che fa il paio con quella del desiderio. Desideravo, in altre parole, che i miei post venissero letti e magari amati nella forma infantile di un like, senza ricambiare la lettura e l'amore. E come me, sospetto la maggior parte degli utenti di un social network – in numero ancora maggiore, ho ricevuto richieste di amicizia destinate al medesimo reciproco oblio.

Tutto ciò, più che un’indicazione sulla natura della tecnologia, mi suggerisce un dubbio su quella umana: forse davvero siamo una specie che desidera essere amata senza amare, come adombra la frase di Giulio Mozzi. Perciò scriviamo con sempre maggiore accanimento di ogni cosa, ma pochi diventano scrittori, o meglio bravi scrittori e cioè lettori. "Sono più orgoglioso dei libri che ho letto che di quelli che ho scritto", aggiungeva un altro famoso scrittore. Gli altri, scrittori o semplici scriventi, sono impegnati a interrogare lo specchio di Grimilde: "Specchio specchio delle mie brame, chi è il più amabile del reame?” La risposta, amico mio di Facebook, is blowin' in the wind.

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