giovedì 2 novembre 2023

Riassunto di riassunti

Le immagini di Chiara Ferragni sono inevitabili, lo sono in senso letterale, dove guardi guardi appare sul web come la Madonna ai tre pastorelli di Lourdes, Lucia, Giacinta e Francesco. Questa volta replica la celebre sequenza di Basic Instinct in cui Sharon Stone scavalla e accavalla di nuovo le gambe dal lato opposto, sostando per un infinito secondo con le cosce divaricate. A poche ore dalla pubblicazione su Instagram già dilaga, si mostra anche a chi compia una ricerca sui conventi della Confraternita camaldolese dell'Ordine di San Benedetto, o sulla ricetta della bagna cauda.

Essendo una bella ragazza poco male, possiamo adeguarci alle regole che prova a imporci (riuscendoci) e dare una sbirciatina là sotto. Oppure potremmo fare come la piccola vedetta indiana, e innalzarci sulla collina dell'esperienza sensibile nel tentativo di guardare più lontano, trattando poi l'immagine alla maniera di un testo. In tal caso ciò che vi leggiamo non riguarda più solamente lei, ma anche noi.

È vero, l'abbiamo premesso, quella sequenza di Basic Instinct è celebre, ma ancora più celebre è la bionda influencer di Cremona, la copia sopravanza in numero l'originale. Un ribaltamento di prospettiva a cui la modernità ci aveva già introdotto; ad esempio attraverso la Monna Lisa con i baffetti disegnati da Duchamp, le cui riproduzioni hanno finito coll'attrarre più sguardi della versione di Leonardo.

Una circostanza però sempre interna al mondo dell'arte: Duchamp era un artista, scaltro fin che si vuole, ma comunque artista, e cioè persona che esercita un ars, un fare. Azione per la quale aveva dovuto acquisire delle specifiche competenze, abilità espressive frutto di studio, lavoro, paziente e dedito apprendistato. Lo stesso vale per Sharon Stone – scuole di recitazione, casting, copioni da imparare a memoria – prima di ottenere da Paul Verhoeven la parte di Catherine Tramell, la scrittrice e psicologa sospettata di avere ucciso l'amante con un punteruolo.

Chiara Ferragni invece no. Le è bastato indossare il corpetto bianco e dischiudere leggermente le gambe, ciak si gira, buona la prima, via subito con la pubblicazione sui social, passaparola, milioni di visualizzazioni, like, cuoricini.

Nessun moralismo, intendiamoci. Perché devo farmi il mazzo per imparare un contenuto o un modo per esprimerlo – dipingere, recitare, la tabellina del sette, il nome dei sette nani etc. – che nel giro di pochi anni verrà realizzato molto meglio dall'intelligenza artificiale?

Ferragni tutto ciò l'ha compreso con largo anticipo, a ricordarci Cristoforo Colombo nel suo navigare ormai scoraggiato, prima di intravedere un gabbiano con un rametto verde nel becco: noi siamo Colombo, Ferragni è il candido pennuto che ci porta primizie dal Nuovo Mondo.

Un tempo e un luogo dove saremo esonerati da ogni sforzo compreso quello creativo, il doppelgänger avrà sfrattato di casa il legittimo proprietario, i cosplayer dilagheranno come minuscoli virus al mercato del pesce di Wuhan, e finalmente potremmo reclamare con orgoglio di essere solo il riassunto di mille riassunti, ribaltando, anche qui, il senso di una bella canzone Samuele Bersani. Basterà aprire le gambe e il gioco è fatto.

2 commenti:

  1. Purtroppo siamo già un riassunto, ma se non conosci palazzo Alterigi, affrettati..

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    1. No, non lo conosco. Ma il suo risuonare con alterigia mi inquieta un po'...

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