mercoledì 29 novembre 2023

Inno nazionale ombra

Negli anni Settanta essere italiani equivaleva a riconoscersi in una manciata di nomi, sempre gli stessi, di numero grossomodo equivalente a una squadra di calcio, con tanto di riserve e massaggiatori. La sua formazione si irradiava da minuscole radioline a transistor appese allo specchietto retrovisore di auto con i sedili ancora incellofanati (così quando le rivendevi sembravano nuove), e avrebbe potuto costituire un inno nazionale ombra, come il governo ombra realizzato dal PCI.

Avrebbe?

In realtà quell'inno esiste per davvero, si intitola Nuntereggae più e uscì nel 1978 per l'etichetta It, Rino Gaetano ne firmò musica e testi, prima di interpretarlo con la sua meravigliosa voce cartavetrata. Era il riflesso incarnato di un Italia che già sentiva di avere un piede fuori dagli anni di piombo – il discrimine non fu politico ma coincise con l'uscita nelle sale della Febbre del sabato sera – e composto dai seguenti giocatori, intonati nella strofa che precede il refrain:

"Avvocato Agnelli, Umberto Agnelli, Susanna Agnelli, Monti, Pirelli dribbla Causio che passa a Tardelli, Musiello, Antognoni, Zaccarelli (nun te reggae più) Gianni Brera (nun te reggae più) Bearzot (nun te reggae più) Monzon, Panatta, Rivera, D'Ambrosio, Lauda, Thoeni, Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno, Villaggio, Raffa, Guccini..."

Bene, proviamo a immaginare cosa ne sarebbe oggi di un inno nazionale per nomi e cognomi, che è anche un modo – confrontando le due formazioni – per fare un provvisorio bilancio di questi cinquant'anni, senza impegolarsi con i dati Istat e la sociologia. Basta guardare chi è uscito e chi è entrato in campo al suo posto:

Mauro Corona, Fabrizio Corona, birra Corona, Ilary Totti in tackle scivolato su Francesco Totti (nun te regghe più), Alfonso Signorini passa a Mughini, Morgan dribbla Mentana, Bobo Vieri fa la telecronaca sulla Bobo Tivù (nun te regghe più), Lilli Gruber accavalla le gambe, Marco Travaglio fa le faccine, Massimo Cacciari si incazza di brutto (nun te regghe più), batte Sinner su Mariotto che alza la paletta, Arisa mostra e non mostra le tette sulle notifiche dello smartphone (nun te regghe più), Oscar Farinetti e il made in Eataly, Carlo Cracco, Salvini spara la palla in tribuna contro tre marocchini, Meloni, Sallusti di testa a Maria De Filippi (nun te regghe più), Fedez crossa dal lato sinistro che indistinguibile dal destro, Fabio Volo prende la mira mentre gli altri scrittori fanno le corna e mormorano venduto (nun te regghe più), para di pugno Selvaggia Lucarelli, Fazio Fabio dichiara serafico importante che vinca lo sport, Platinette non pervenuta, Elly Schlein già arrivata al capolinea (nun te regghe più), Alba Parietti dibatte di geopolica con Rocco Siffredi, i virologi si scaldano a bordo campo in attesa della prossima pandemia, Ferragni dice la palla è mia non gioco più, Sgarbi, che era smarcato, le grida capra capra capra!

A me il risultato di questa ipotetica partita tra passato e futuro appare evidente, e mette il magone. Non c'è che da fare il tifo per una prossima realizzazione della macchina del tempo. Pazienza se ci toccherà mangiare nuovamente i ghiaccioli rossi rossi, ricolmi di ogni chimica schifezza.

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