domenica 6 agosto 2023

Corsiva l'handicappato, elzevira il cerebroleso

Dell'ennesima polemica social sull'infelice articolo di Concita De Gregorio, ciò che trovo incomprensibile da entrambi i fronti  chi la critica e chi la insulta, già che la sua difesa è il proverbiale tertium non datur  è l'assenza di determinazione singolare.

De Gregorio si burla degli handicappati. Ebbene? De Gregorio, nelle sue pubbliche scuse, ora celebra gli handicappati, scrive che i "cerebrolesi sono persone meravigliose". Ebbene? 

Ebbene gli handicappati sono e non sono entrambe le cose, nel senso che l'handicap cognitivo, e anche quello fisico, esistono, e tanto vale nominarli senza eufemismi; evitando ovviamente di scadere nell'insulto implicito in certe vecchie odiose formule ("mon*oloidi").

Ma questa nominazione non può contenere alcun giudizio - neppure positivo -, già che l'handicap si offre al discorso pubblico solo come condizione universale di inciampo, non disposizione aggettivabile su una scala progressiva di biasimo/virtù. Quei "cerebrolesi meravigliosi", oggetto della pezza peggiore dello strappo, infatti ci sono certamente, ma ne esistono altri per cui il rispetto dovuto non si accompagna ad altro merito.

De Gregorio ha dunque sbagliato due volte.

Sbaglia però anche chi la prende alla lettera - la sua gaffe andrebbe contestualizzata, in fondo maldestramente cercava di stigmatizzare dei "normali" - ribaltando di segno le sue parole; operazione per altro già tentata da lei, come qui ricordato. Ma forse è più chiaro con un esempio.

Alle medie avevo un compagno di scuola handicappato. Il suo passatempo preferito era chiedere passaggi in motorino alle ragazze, fingendo di essere stato scordato dagli assistenti sociali. Una volta montato in sella, con una mano cingeva la vita della conducente e con l'altra cominciava a masturbarsi, venendole dopo qualche centinaia di metri sulla schiena.

Lo faceva perché era handicappato?

No, lo faceva perché era una grandissima testa di cazzo: egoista, meschino, paraculo con i professori e ricattatorio nella sua sventura, di cui nessuno di noi compagni si è mai sognato di rallegrarsi.

Per fortuna in classe c'era Bettina, handicappata pure lei; soffriva di sindrome down. In questo caso l'aggettivo ripescato da Concita De Gregorio calza alla perfezione: meravigliosa, sì.

Lo era nei gesti, nell'espressione a volte stentata ma sempre piena di garbo; in alcuni casi sapeva perfino essere preveggente, sembrava leggerti nel pensiero e anticipava le tue reazioni, per evitarti ogni attrito e imbarazzo. Meravigliosa, punto.

Preconizzava Dino Risi che "il razzismo sarà superato solo quando si potrà dire di un negro che è uno stronzo". Mentre Freak Antoni invitava a calpestare "il paralitico, molesta il paraplegico, danneggia lo psicotico, travolgi il catatonico..."

Il paralitico, attenzione, non i paralitici, il paraplegico, lo psicotico, il catatonico. Tutte terze persone singolari, in una canzone che è ovviamente una critica satirica alla retorica dei buoni falsi sentimenti.

La stessa che leggo ora a sostegno di TUTTI i cerebrolesi, da parte di chi non ha mai conosciuto (o più colpevolmente voluto conoscere) quello spara seghe a tradimento con cui andavo a scuola io.

1 commento:

  1. Concita è così, sbaglia spesso, è arrogante, è "tutta lei".. ma stavolta mentre si dibatte di handicap e cerebrolesi.. i demolitori (coglioni) di monumenti se la svignano alla chetichella approfittando del polverone.. pronti a nuovi self, nuove imprese, nuovi danni.. ora mi aspetto un endorsement verso i coglioni..

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