sabato 12 agosto 2023

Imbecille, o sul linguaggio politicamente corretto III

Christian Raimo, uno degli scrittori più attivi e popolari sui social, ha di recente condiviso attraverso Facebook un intervento di Vanessa Roghi, dove la storica di Orbetello criticava (come noi tutti da giorni) l'infelicissimo articolo di Concita De Gregorio su Repubblica, in cui per stigmatizzare comportamenti incivili gli artefici venivano accostati a cerebrolesi cui pulire la bocca. Al suo attivo ha già 234 like, 62 commenti e 35 condivisioni, che a loro volta macinano like come chilometri un camionista. Raimo non sbaglia un colpo.

Premetto che non ho nessuna intenzione di polemizzare con Roghi e Raimo, ma ho trovato curioso il seguente passaggio nel testo:

"...abbiamo imparato a convivere con le tante diversità e la scuola e la società sono diventate un posto migliore e nessuno si è più sognato di dare del mongoloide a qualcuno per dirgli che è un imbecille. Gli si dice imbecille e stop."

Si procede poi con argomenti in buona parte condivisibili, ma torniamo al passo citato. Analizziamolo. Mongoloide è un termine altamente offensivo, così venivano definite le persone con sindrome down. La ragione è nota e sta nella somiglianza con gli abitanti della Mongolia, in particolare la forma degli zigomi, pronunciata e tonda, e il taglio orientale degli occhi.

C'è qualcosa di sconveniente nel provenire dalla Mongolia e avere questi tratti somatici? Assolutamente no.

Imbecille deriva invece dal latino imbecillis, variante del più comune imbecillus con significato di debole fisicamente o mentalmente.

C'è qualcosa di sconveniente nell'essere deboli fisicamente o mentalmente? Direi proprio di sì.

Se ne ricava che mongoloide è un eufemismo, ossia una formula attenuativa per indicare una deviazione da ciò che ora viene chiamato abilismo e un tempo normalità, mentre con imbecille la lingua viene usata in forma diretta, denotativa.

Se volessimo essere pignoli, il ragionamento di Vanessa Roghi andrebbe invertito di segno: per rispetto nei confronti di tutte le persone fisicamente o mentalmente deboli dovremmo stralciare il termine imbecille e ripristinare mongoloide, secondo il principio comunemente accettato per cui, quando parliamo di un male, è meglio alludere che dichiarare, tanto da trasformare un cieco in non vedente e un eunuco in diversamente sessuato.

Eppure qualcosa nelle viscere mi porta a resistere alla logica, affidandomi alle consuetudini d'uso della lingua. Non darei così nemmeno io del mongoloide a chi mi schizza una bustina di ketchup, come feci io, oltre vent'anni fa, sull'abito nuovo del mio sconosciuto vicino di tavolo in un fast food, ma opterei per imbecille, che è appunto quanto egli esclamò. Con piena ragione, tocca aggiungere.

Se dunque io sono un imbecille e non un mongoloide è perché il primo termine mostra meno, è più tecnico. E per un processo noto ai linguisti sono proprio le parole dal significato più stringente che da esso possono congedarsi, in una deriva semantica che prende il nome di connotatività.

In altre parole, ciò che in origine denotava ora connota, e viceversa. Sembra un paradosso ma è un'inversione più frequente di quanto si possa credere, già che i linguaggi tecnici sono appannaggio degli specialisti e di latino e greco ce ne stiamo scordando, con eccezione del liceo classico a scuola non vengono più insegnati, mentre il volto tondeggiante che proviene da una steppa asiatica è più difficile da obliare.

Ne ricaviamo che il linguaggio supera in complessità la virtù che per suo tramite viene proclama, di cui il politically correct rappresenta l'estrema semplificazione, e non è infrequente che siano proprio i termini più distanti dal loro significato letterale a cogliere maggiormente nel segno, facendo male.

Quindi benissimo al tabù verso l'orrenda espressione mongoloide, a fronte della libera circolazione di imbecille, cretino, idiota. Tutte gravi patologie mentali che occhio non vede e cuor non duole, mentre bocca pronuncia. Ma sapendo che stiamo difendendo noi stessi, le nostre emozioni, rappresentazioni. Non gli altri, i deboli nel corpo o nella mente.

1 commento:

  1. Resta il fatto - incontestabile - che tra denotazioni e connotazioni gli imbecilli dei selfi sfascia monumenti se li sono scordati serenamente tutti.
    Comunque mongoloide ricorda una connotazione down più che una provenienza mistico orientale. Allude fin troppo. Ed è per questo che preferisco imbecille, ma anche idiota, come il deturpa monumenti che in questi giorni continua le vacanza leggendo articoli e magari sottolinenandoli con un bel: "Ma guarda tu 'sti imbecilli.."

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