venerdì 18 agosto 2023

Murgia come Springsteen

Da una settimana i social non parlano d'altro, pare che ci si debba schierare come a un derby, Milan Inter, Roma Lazio. Prendo atto e, trascorsa questa minima frazione di tempo del lutto, becco chiuso sigillato, do voce anche alla mia parte di starnazzo nell'aia. Avvertivo nei confronti di Michela Murgia la stessa percezione ambivalente che ho di Bruce Springsteen.

Entrambi hanno fatto cose ottime (Accabadora è un romanzo scritto in stato di grazia, Born to Run l'album che porterei sulla famigerata isola deserta, basta che poi mi diano anche un grammofono), altre cose più ordinarie, diciamo pure medie se non midcult, con qualche scivolone nel palloso.

Nel caso di Springsteen sono certi dischi tardivi di cui non sono mai riuscito a terminare l'ascolto, mentre per Murgia il tedio ha coinciso con una nettezza di giudizio che non di rado sconfinava nell'ideologia, una semplificazione del mondo a cui talvolta indulgeva. Ciò succede quando all'analisi - la complessità contemplata nelle sue variabili - subentra la convinzione di disporre del Vero, inclinando il discorso in quella postura che potremmo chiamare “virtuologia".

Ma l'elemento davvero urticante sta negli springsteeniani e nei murgiani: il feticismo verso il proprio idolo; la personalizzazione del confronto frutto di una relazione, perlopiù illusoria, con la fonte; la foga messianica a ricordare gli occhi lucidi e ispirati di un pope ortodosso mentre incrocia l'icona mariana, e la lunga barba si flette fino a toccare il lastricato della tserkov'.

Quelli, i fedeli dei rispettivi culti, la Chiesa di Springsteen e la Chiesa di Murgia, proprio non si possono reggere!

PS - eh però, quel modo di morire lì… che lezione! La frase "adesso vi faccio vedere come muore un italiano", pronunciata da Fabrizio Quattrocchi di fronte ai suoi tagliagole jihadisti, con Murgia può essere estesa con un perimetro sovranazionale, luminoso e ampio come il lago Omodeo. Si trova nella zona centrale della Sardegna ma viene chiamato mare dagli abitanti del luogo, seguendo uno slancio dal locale all’universale. E così Michela: Adesso vi faccio vedere come muore un essere umano.

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