mercoledì 16 marzo 2022

Sì, no, forse, o sul desiderio erotico affluente


Sull'ultimo numero di Robinson, il supplemento culturale de la Repubblica, la scrittrice Rosella Postorino ha pubblicato un bellissimo testo sul politicamente corretto, la cui ombra inclusiva è stata recentemente estesa alle relazioni erotiche, che vengono così compresse nel codice binario dell'assertività: no, non mi interessi, smamma; sì, mi interessi, la dogana si alza e hai accesso al mio corpo. Questo in brutale sintesi il contributo del #MeToo movement al galateo sociale.

Ma il desiderio femminile, continua Postorino, è assai più complesso e sfumato dell'algebra booleana, e meglio potrebbe essere compreso dentro l'orizzonte semantico del "forse": forse in questo momento qui mi va; ma forse, tra dieci minuti, quando mi infilerai una mano sotto la gonna, non mi andrai più, e ti troverò viscido e repellente. E così ogni incontro erotico ci espone non solo al rischio fisico (siamo nudi, vulnerabili) ma anche a quello psichico del ripensamento, che dovrebbe essere sempre contemplato tra i possibili relazionali, senza inchiodare la donna a un consenso o a un dissenso definitivi.

Come ho anticipato, non solo apprezzo molto la narrativa di Postorino, ma anche il testo in questione, che mi ha fatto tornare alla mente un reportage dagli Stati Uniti di Italo Calvino, era la fine degli anni sessanta e reclamavano la scena il movimento studentesco e la controcultura beat. In quel vitale coacervo di posizioni non sempre coerenti, Calvino ravvisava un comune denominatore nel rifiuto, non tanto, della generazione che li aveva preceduti, ma del modo in cui essa interpretava il piacere, fisico e non. Ed era anche qui un codice binario, in cui a essere acquisito in via preventiva era il cosa – la vita è un'infinita giostra di piaceri –, mentre veniva questionato il come.

Il piacere, per i padri, si dava nella forma di macchinone con vezzose code di rondine posteriori, villette a schiera da acquistare con mutui dall’infinita rateizzazione, zerbini con la scritta welcome, il cane di razza Rough Collie che scorrazza in giardino, mentre la moglie inforna la torta di mele; intanto il marito fa gli straordinari in ufficio, con la giovane segretaria posata sulle ginocchia. Quel piccolo velleitario mondo che abbiamo ritrovato nella serie televisiva Mad Men, a inabissarci alla scaturigine del sogno americano. No, tutto ciò fa schifo rispondevano i figli, opponendo ai piaceri borghesi quello per le droghe, l’amore libero, le ballate folk strimpellate attorno a un falò sulla spiaggia, da cui prendere congedo a bordo di potenti motociclette, i capelli e le barbe lunghe scompigliati dal vento salmastro del Pacifico.

Vi era però un elemento di continuità, annota Calvino, tra la generazione dei padri e quella dei figli, che consisteva nell’assumere come certe, addirittura “naturali”, le condizioni materiali con cui avere accesso ai loro diversi piaceri, garantiti dall’impianto economico di una società che veniva chiamata affluente: sorta di cornucopia in cui non siamo noi a conquistare con sforzo il piacere, ma il piacere affluisce a noi, quasi magicamente. L’unico problema diviene così discriminare nella molteplicità in cui si declina.

Ma cosa c'entra tutto ciò con quanto scritto da Rosella Postorino? A me sembra che la sua prospettiva sia la medesima, ma sul versante erotico: da donna giovane, bella e intelligente qual è, proietta la sua condizione su un femminile indifferenziato, che come lei diviene oggetto di una sorta di desiderio a prescindere, un desiderio affluente. Status privilegiato dentro al quale, secondo la logica non binaria del forse, ci si può muovere per libera scelta, esperimenti, concessioni al desiderio proprio e dell'altro. Ma sempre mantenendo lo spazio per la ritirata di Cenerentola, bada bene con entrambe le scarpette ai piedi, attraverso cui incamminarsi verso nuovi e più interessanti principi azzurri.

Il guaio è che come era falso il mito della società affluente (c'era un'economia neocolonialista a sostenere quel mondo di cartapesta, come Atlante il globo), lo è anche quello del desiderio affluente. Specie in una nazione come la nostra, con una popolazione sempre più anziana e, diciamolo pure senza ipocrisia, meno desiderabile. A quel punto, il forse auspicato con piena legittimità nel testo della brava scrittrice calabrese, diviene forse qualcuno ancora mi si piglia... Una condizione che vale per entrambi i generi, sia chiaro: la cornucopia, a un certo punto, smette di eruttare occasioni erotiche a getto continuo, e si finisce a mendicare un compagno nelle trasmissioni pomeridiane di Maria De Filippi.

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