sabato 26 marzo 2022

Premio punizione, o su come i social ci trasformano in cagnacci ringhiosi


Ho avuto una visione, ogni tanto mi accade quando non capisco qualcosa; e non capisco spesso... Una visione che spiegherebbe il rincoglionimento generale a cui assisto sui social, di cui l'eccezione è conferma alla regola. Come a dire: the medium is the message.

Ma torniamo alla mia visione. Quella di un cane, un grosso cagnolone con lo sguardo dolce e le orecchie pendule, un poco mi rassomiglia. Quindi un educatore cinofilo tatuato da capo a piedi, gli sta strillando qualcosa in tedesco.

Ogni volta che il nostro cagnolone piscia sul tappeto, morde il postino, scappa al fischio di richiamo, il tatuato lo premia con un biscotto. Se invece si siede al comando "sitz" e sdraia al "platz", giù un bello sberlone.

E così dagli e ridagli – biscotti e sberloni – non ci vorrà molto per trasformarlo in un cagnaccio ringhioso, anche il più placido Golden retriver capirebbe da che parte tira il vento; una vera e propria tramontana, che ribalta gli oggetti e ne mostra il lato contrario.

Passiamo ora ai social network. Su Facebook ho scritto di recente un post in cui sembravo prendermela con quella macchietta querimoniosa a nome Alessandro Orsini; ma in realtà il tema era la struttura drammaturgica dei talk televisivi, che imbastiscono il racconto attorno alla figura di un cretino da irridere, prima ancora che un nemico da abbattere.

Questa confusione (e cioè l'impressione che anche io ne stessi ricalcando lo schema, attraverso lo scherno del povero Orsini) mi ha fruttato una sessantina di like. Di solito io viaggio molto più basso, non sono come si dice un influencer.

Due giorni dopo ho scritto un nuovo post: senza cretini, nemici, prese per il culo allo zimbello di turno. Solo il tentativo più articolato e, diciamo pure, migliore, di ragionare sul presente, muovendo dalla battuta contenuta dentro a un film di Godard. Like ottenuti: 6. 

Attenzione, non è una geremiade in stile Orsini, ma la presa di coscienza che se ti danno un biscotto ogni volta che ti comporti da merda mentre vieni ignorato quando fai del tuo meglio, alla fine una merda finisci col diventarla per davvero. Come il cagnolone da cui siamo partiti: premio punizione, premio punizione.

Sì, il gioco ormai mi è chiaro, il gioco del ribaltamento prospettico. Fino a che non morderò pure io il polpaccio del postino, mentre mi porge una raccomandata con ricevuta di ritorno.

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