venerdì 9 novembre 2018

Più io o meno io? Fondamentali quesiti in attesa dell'ispettore Derrick

Ho notato che le persone che frequentano certi corsi su cui sono sempre un po' elusivi, e a che a un'eventuale insistenza al riguardo ti liquidano con la sigla anglosassone di "self improvement"  sviluppare il proprio potenziale individuale, se ho capito bene , sono le stesse che si dichiarano convintamente spirituali, o comunque si cimentano con le tradizioni che provengono dall'oriente mistico e rituale; dottrine, come il buddhismo, in cui l'identità soggettiva è vissuta quale fastidioso intralcio da cui liberarsi al più presto, alla maniera di un cappottino troppo stretto ai primi caldi di marzo.
Se ho sempre capito bene, con una mano è allora come se lavorassero di forbice per sfibrare quell'inutile indumento, ma con l'altra, moderne Penelopi, lanciano la spola del telaio con cui ricompattare i tessuti appena sciolti. Fare e disfare, fare e disfare… 
Di giorno finiscono così col somigliare a supereroi che danno l'assalto al mondo seguendo un unico imperativo: "don't limit your challenges, challenge your limits!" Ma di notte Batman torna a essere un semplice pipistrello, un topo volante indistinguibile da decine di altri topi ugualmente grigi, che sbattono le ali un po' a casaccio mentre ronzano attorno a un lampione che fa le bizze.
Più io o meno io, dunque?
Mi consola il sospetto che siano entrambi innocui passatempi  tessere la propria identità a misura di un glorioso arazzo, per poi usarlo come zerbino 
– come una partita a Burraco quando in tivù non c'è nulla d'interessante da vedere, tipo l'ispettore Derrick o Paperissima.

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