giovedì 8 novembre 2018

Mee maybe, o sulle carte dell'amore


Una postilla alla mia recente riflessione su Asia Argento. L’editore e filosofo Andrea Colamedici, molto attivo sul web con interventi vagamente paternalistici, ma di solido impianto e scrittura nitida ed efficace, ha appena fatto sentire su Facebook anche la sua voce al riguardo. La tesi è semplice e chiara. Le recenti disavventure e, quindi, avventure di Asia Argento con Fabrizio Corona, lungi dal delegittimarne la posizione all’interno del movimento del #MeeToo (e per estensione l’autorevolezza dello stesso movimento), ne inverano la causa in una prospettiva di assoluta modernità.
E’ cioè troppo facile, continua Colamedici, difendere solamente le povere Desiree, da intendersi quali agnelli sacrificali in quei casi in cui la distinzione tra buoni e cattivi sia chiara come in un film di Sylvester Stallone. Più difficile, ma altrettanto doveroso, è rivendicare il sacrosanto diritto di una stronza a non essere comunque oggetto di molestie, che è poi il senso più vero e profondo della legge a distinguerla dall'empatia. E come nel precetto biblico nessuno tocchi Caino, nessuno tocchi (quella stronza) di Asia Argento!
Bravo Andrea, sono totalmente d’accordo. Anzi, meglio, lo sarei, a una condizione che viene qui data come implicita, rendendo l'intero ragionamento vagamente subdolo e arrischiato. E cioè che sia ormai certa – e non lo è da nessun punto di vista, tanto meno penale – la violenza subita da parte dell’Argento. L’assunzione preventiva di un atteggiamento censorio verso qualsiasi comportamento maschile denunciato da una donna, rischia così di alimentare un clima di paranoia verso quelle che potrebbero rivelarsi delle semplici avance, magari un po’ rozze e volgari.
Il desiderio ha infatti bisogno di uno spazio di ambiguità entro cui oscillare senza essere mai interamente colto, un codice elusivo in cui si possano scagliare sassi o, perlomeno, sassolini e non certo pietre, nascondendo successivamente la mano. E quale sia la differenza tra un sassolino e una pietra acuminata lo deve decidere una comunità nel suo insieme, sentendo i pareri delle donne – tutte le donne, non solo di Asia Argento – ma anche degli uomini. E con "sentire" intendo elaborare un processo di revisione culturale, che può prendere avvio nelle aule di giustizia ma deve poi radicarsi nel sentimento diffuso, farsi racconto, mito, narrazione spettacolare.
Deve insomma cambiare il mondo, e come noto ciò avviene spesso per rapidi balzi, di cui dobbiamo ringraziare anche il movimento del #MeeToo se la libertà femminile, 
in ogni rapporto e non solo sessuale, sta guadagnando in considerazione. Ma le denunce di quelle donne, oltre che ascoltate, valutate penalmente, integrate socialmente, da sole non possono farsi codice etico per i tempi a venire. Già che l’amore, per dirla con le parole di Ivano Fossati, è rimane carte da decifrare.


Nessun commento:

Posta un commento