venerdì 2 novembre 2018

Io mi ricordo, o sulla figura retorica dell'ossimoro

Ricordo, sarà stata la fine degli anni ottanta e io stavo camminando su Strada Nuova, proprio di fronte alle vetrine di Annabella, ricordo che era autunno inoltrato e avevano organizzato una manifestazione politica, una di quelle manifestazioni politiche che a vent'anni sono un'occasione ghiotta per conoscere delle ragazze. Ricordo inoltre che quando si venne a sapere della manifestazione politica, a Pavia erano piuttosto frequenti nei chiostri settecenteschi dell'università - un'ottima occasione anche per conoscere dei ragazzi, non siamo sessisti -, ricordo che le ragazze che ancora non conoscevo sorridevano, sorridevano i ragazzi che avrebbe conosciuto qualcun'altro, sorridevano tutti o meglio ancora ridacchiavano cercando gli occhi del vicino con sguardo complice, come a una barzelletta di cui il finale fosse noto ma facesse tanto più ridere per questo, già pregustandolo con impazienza. E però la ragione, continuo a ricordare, perché si sorrideva o meglio ancora ridacchiava in quel nebbioso autunno pavese senza che nessuno avesse raccontato una barzelletta, era che a organizzare la manifestazione politica erano stati i giovani liberali di Zanone e Altissimo, che a noi sembrava non si potesse essere giovani e liberali allo stesso tempo, era un ossimoro pensavo io insieme ai ragazzi e alle ragazze mentre osservavo un colbacco in pelliccia di castoro o, forse, non me ne intendo troppo, di marmotta da Annabella, se sei giovane non puoi essere liberale e viceversa, un ossimoro come ghiaccio bollente e illustre sconosciuta. Ma non avrei mai creduto che avrei riso dello stesso riso più di trent'anni dopo, guardando ai giovani del PD.

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