giovedì 8 novembre 2018

Asia, i' vorrei che tu Fabrizio ed io... non ci incontrassimo più

Due parole a proposito del flirt tra Asia Argento e Fabrizio Corona, che già dalle prime indiscrezioni ha suscitato commenti particolarmente aspri, sia sul web sia sui media tradizionali.
Per come la vedo io, il problema non consiste in ciò che fanno queste due persone di mezza età con la felpa da ragazzetti, come li ha definiti su Twitter Daria Nicolodi, madre dell'Argento, ma in ciò che non fanno.
All'attivo, nel caso di lui, troviamo infatti solo reati in fondo minori, per cui ha scontato le pene previste; pene gonfiate da atteggiamenti insolenti e smargiassi, è utile ricordarlo.
Quanto a lei, oltre alla gran buriana scatenata dalla vicenda delle molestie attive e passive (un minestrone in cui è fatto salvo il rispetto umano, ma molte le perplessità per così dire "tecniche"), rimane una declinante carriera recitativa affiancata da numerose apparizioni televisive, ugualmente trascurabili. 
Che poi vengano colti in baci appassionati da un teleobiettivo che è nemesi della precedente attività di Corona, non mi pare una stranezza. L'affinità caratteriale e l'aspetto fisico, in entrambi i casi gradevole, sono più che sufficienti a giustificare l'attrazione. Si assomigliano e si pigliano, bon, o se si preferisce dirla con le parole di Gramellini: dio li fa e poi li accoppa.
Ciò che imbarazza è dunque tutto il resto, ossia null'altro 
 ed è davvero un niente di niente, per quanto chiassoso e pervicacemente intrusivo  rispetto a quanto appena menzionato.
La vera domanda mi sembra così spostarsi su di noi, e non perché il gossip sia in sé qualcosa di disdicevole, è anzi una forma elementare di koinè, una con-versazione l'avrebbe chiamata Leopardi con uguale indulgenza, in cui si rinsaldano i vincoli comunitari.
Nel passato riguardava però personaggi di rilievo, che per meriti o per censo guadagnavano il centro della scena pubblica, calamitando le invidie e le più minute proiezioni. Vorrei essere nei loro panni, il sotto testo a ogni insistito sguardo dal basso. 
È inutile negarlo, non siamo solamente nell'immagine riflessa la mattina quando ci laviamo i denti, ma anche nelle brame evocate dalla regina Grimilde: specchio specchio… 
Ma il motivo per cui delle cospicue porzioni della nostra vita emotiva e psichica vengano trasferite su questi due buoni a nulla, divenuti fosforescenti grazie a quel corto circuito che la notorietà, ora, autoalimenta senza altro attributo, ecco questa sì che è una buona domanda. 
La risposta, o perlomeno l'unica risposta che io riesco a darmi, sta probabilmente nel buon senso del Poeta: non ragioniam di lor, ma guarda e passa...

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